ABELMOSCHUS esculenthus

“Okra, bamie, lady’s finger”  

okra 1

Famiglia: Malvaceae

Origine: Etiopia

Caratteristiche: pianta annuale, con fiore tipico della famiglia degli Hibiscus.

Coltivazione: ama i terreni ricchi, ben drenati; esposizione a pieno Sole   fondamentale per far fruttificare la pianta. Coltivabile in tutte le fasce tropicali e   temperate; ne esistono molte varietà anche precoci che fruttificano 60 giorni dopo   la semina (Clemenson spineless, la Red burgundy o la Green velvet). Cresce bene   con temperature sopra i 25°C. Si consiglia la semina in pieno campo da maggio,   oppure in semenzaio da aprile in poi; teme i trapianti. Per rendere produttiva la   pianta si raccolgono i frutti quando sono teneri e lunghi circa 5 cm.

Edibilità 4/5: esistono ricette da tutto il mondo. Solitamente si consumano i   frutti immaturi, teneri e lunghi dai 3 a 5 cm. Poiché presenta mucillaggini ed è   ricca in peptina, è moto usata come addensante per minestre, stufati e salse. I   frutti sono ottimi soffritti, aggiunti al sugo, grigliati, al forno, come contorno al   riso, insieme a patate; se cucinati senz’acqua perdono la vischiosità. Possono   anche essere essiccati e usati successivamente. Il frutto può arrivare fino a 20 cm   diventando duro e fibroso, in quel caso si può raccogliere e sgranarne i semi   all’interno che potranno esser cucinati in aggiunta a legumi (eccellente con   piselli), minestre e sughi. I semi secchi   possono essere macinati, ridotti in   polvere e usati in impasti tipo pane e   torte salate; tostati e macinati sono uno   dei migliori surrogati del caffè. I semi   contengono fino al 22% di un olio   commestibile. Le foglie, i fiori e i calici   dei fiori possono essere cotti come le   verdure; le foglie possono essere essiccate   e usate successivamente, anche solo per   insaporire le pietanze. il frutto dell’Okra   è facilmentedeperibile anche se   conservato in frigorifero per cui deve   essere consumato entro pochi giorni   dalla raccolta.

Proprietà curative 3/5: Oltre ad essere a basso contenuto di calorie contiene   abbondanza di vitamine della categoria A, tiamina, B6, C, acido folico,   riboflavina, calcio, zinco e fibra alimentare. Il frutto di Okra è molto consigliabile   per la donna in stato di gravidanza per via del suo alto contenuto di acido folico,   essenziale nella formazione del tubo neurale del feto durante il periodo di 4-12   settimane di gestazione nel grembo della madre. Sempre la mucillagine presente   nell’Okra aiuta a regolare lo zucchero nel sangue mediante il controllo del suo   assorbimento nell’ intestino tenue; aiuta a riassorbire l’eccesso d’acqua, il   colesterolo, le tossine metaboliche e bile. Questa verdura aiuta a superare   stitichezza, gas o il gonfiore all’addome, è anche un vegetale ideale per la perdita   di peso. Se mangiata con regolarità l’Okra facilita la propagazione dei batteri   intestinali buoni denominati probiotici, lenisce l’ intestino irritabile, le ulcere,   allevia e rinfresca il tratto gastrointestinale. Anche le radici sono molto ricche di   mucillagini e hanno un’azione fortemente emolliente, migliore di quella ottenuta dall’ Althaea officinalis. Questa mucillagine è utile nel rinnovamento del plasma. L’infuso delle radici è utilizzato nel trattamento della sifilide. In Nepal il succo   estratto dalle radici è utilizzato esternamente per il trattamento di tagli, ferite e   foruncoli. Anche con le foglie si possono fare cataplasmi lenitivi per le ferite. Il decotto dei frutti immaturi ha proprietà rinfrescanti, diuretiche ed emollienti; viene utilizzato sopratuto nel trattamento delle infezioni catarrali, dolori vescicali,   disuria e gonorrea. I semi sono considderati antispasmodici, tonici e stimolanti. L’infuso di semi tostati ha proprietà sudorifere. Il decotto dei frutti o delle foglie può essere usato come balsamo per capelli. È bene cucinare poco i frutti per preservare le mucillaggini.

Approfondimenti: l’Okra è un’ erbacea annuale imparentata con il cotone (Gossypium) e l’ibisco comune; viene coltivata per i suoi frutti commestibili e si considera essere tra le verdure più   consumate al mondo. Originaria dell’Africa venne coltivata già dagli antichi Egizi nel 10 sec. a.C.   e successivamente dalle varie popolazioni centro e nord africane. In Europa è attualmente coltivata   in maniera sistematica solo in Grecia (Bamie) e nei paesi paesi a sud est dell’Unione Europea. Questa pianta può essere coltivata con buoni risultati in tutta la penisola italica dove però risulta essere ancora poco conosciuta. La pianta cresce fino ad una altezza di circa 2 metri e da giugno   fino ai primi freddi produce bellissimi fiori da cui si sviluppano frutti di forma conico-piramidale (detti capsule) di colore verde brillante o rosso (a seconda delle varietà) con nervature longitudinali. L’Okra ha un ottimo sapore (vagamente simile agli asparagi e ai piselli) e può essere   cucinata nelle maniere più disparate, oppure può essere messa sottaceto o in salamoia. L’Okra è considerata nel suo uso marginale anche una pianta da fibra adatta per sostituire la iuta o per la   fabbricazione di carta e tessuti; le fibre sono lunghe circa 2,4 mm. Gli steli utilizzati per la carta   vengono tagliati a fine estate o in autunno dopo che le capsule commestibili sono state raccolte; si   rimuovono le foglie e si procede con una cottura a vapore degli steli fino a quando le fibre possono   essere separate. Le fibre vengono poi cotte per 2 ore con liscivia e poi messe in un mulino a lame   per 3 ore circa; carta risultante è di color crema. L’Abelmoschus esculenthus detto comunemente Okra, Bamie o Bindi avvia il suo ciclo colturale in tarda primavera, fruttificando per tutta l’estate e parte dell’autunno dove termina la sua stagione con l’arrivo delle notti fredde. L’ esigenza di acqua della pianta è influenzata dalle condizioni dell’ambiente di coltivazione. Durante la fase di germinazione eventuali eccessi d’acqua possono   compromettere il successo della coltura; per tale motivo nei primi stadi di sviluppo delle piantine   gli interventi irrigui devono essere eseguiti con molta attenzione. Si semina a postarelle ponendo   in ogni fossetta 4-5 semi, a una profondità di 3 cm circa, osservando distanze di circa 70 cm tra le   file e 40 cm sulla fila. Quando le piantine hanno raggiunto l’altezza di circa 10 cm si procede al loro diradamento, lasciando per ogni fossetta una o due piantine a seconda della loro robustezza. Durante lo sviluppo delle piante è utile effettuare una rincalzatura; con la stessa operazione si   eliminano le erbe infestanti. Difficilmente la pianta è soggetta a malattie. Quando i frutti hanno le   dimensioni del dito mignolo si effettua la raccolta (circa 5-8 giorni dalla fioritura), altrimenti   diventano fibrosi e bisogna optare per altre ricette o per la raccolta dei soli semi. Vista la presenza di peli urticanti su tutta la pianta è buona norma utilizzare dei guanti.

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