UN ORTAGGIO INCREDIBILE
Da qualche anno una delle colture più curiose e di valore che stiamo imparando a conoscere è quella dell’aglione; una parte della collina che ospita i nostri orti e percorsi vegetali l’abbiamo dedicata a questa particolare liliacea parente stretta del porro, del tutto simile a un aglio ma il cui bulbo può arrivare a pesare 500 g con 5-6 con spicchi grandi come un palmo di mano caduno. La pianta fornisce un ottimo raccolto dal profumo intenso e sapore delicato estremamente digeribile. Battezzato anche come aglio da bacio non contenendo l’allina propria dell’aglio, risulta un ottimo antibatterico, antivirale e conservante naturale. Ci sono molte storie legate a questo particolare ortaggio, il carattere spontaneo e il mistero delle origini oltre che al valore alimentare lo rendono un perfetto candidato per i nostri orti invernali. Le piante possono crescere fino a un metro con una fioritura imponente anch’essa utilizzata in passato a scopo decorativo; come per l’aglio per aumentare il volume del bulbo conviene spuntare l’apice floreale prima dell’apertura; anche le teste dei fiori sono ottime come verdura per soffritti e risotti. Le piante amano luoghi ben drenati e ricchi di humus, i bulbi possono essere raccolti una volta terminata la fase vegetativa. Coltura ideale per la permacultura; si può coltivare anche in vaso.
Di tante citazioni riportate eccone una fra le più curiose da un antico libro datato 1780 a cura del Mattioli: 5 libri di piante:
“SCORODOPRASO
NOMI – Scorodonpraso da Greci – Aglio aventano sul Bolognese et vulpico – Ampelopraso una altra sp – Tum dalle Pandette – Aber Knoblanch da Tedeschi – Ail porreau da Francesi
GENERA – Son il Scorodopraso questo et l’Ampelopraso, ma per esser volgar et simile non lo figurai
LUOGHO – nelle campagne d’Italia non ce ne mancano nato da per se.
OPPINIONI – Galeno atribuisce temperamento all’Ampelopraso che si conviene a questo Scorodopraso el qualle non son fatto artificiosamente come molti et il Marzello insieme pensorno.
VIRTU – L’Ampelopraso son usato da contadini invece di aglio fresco non havendo rispetto al suo esser molto acuto et duro nel frangere et pii nocivo, ma piui efficace nel scaldare et far urinare…….(Pianta sterile a bulbo semplice)”.
Si trova anche un’ottima ricerca effettuata nel 2018 per una Tesi di Laurea da Davide di Maio
“Per quanto riguarda l’Aglione le tracce sono molto più recenti ed è spesso difficile distinguere se gli autori parlano di aglio comune, ma più grande, di sugo all’aglione o della pianta a cui ci riferiamo oggi. In ordine cronologico il primo a parlarne è Cristoforo di Messisbugo, cuoco presso gli Estensi di Ferrara, nel libro postumo “Banchetti composizione di vivande e apparecchio in generale” (1549): «Aglione sopra pesci, rane, lumache e altro simile…». Segue Tommaso Garzoni, scrittore enciclopedico, ne “La Piazza Universale di tutte le professioni del mondo”, 1585: «…così i sapori vari e diversi come il Francese o Imperiale […] l’agliata, l’aglione, l’agresto…».
Più recentemente Michele Tenore, nella “Flora medica universale e flora particolare della provincia di Napoli”, tomo I, Napoli 1822: «Nascono ambedue le varietà lungo i margiuni de’campi, e più frequentemente la prima in Ischia; ove si conosce col nome di aglione…». Ne “L’Etruria; Studj di Filologia di Letteratura di Pubblica Istruzione e di Belle Arti” del 1851 com-pare “L’Ajone. Favola narrativa burlesca di Michelangelo Buonarroti”: «Che fanno ai fondi dell’Aglione il trogo: / Aglione è ’l montie ov’ha Figlin alberge / Ch’al castel di Gambassi sta sul tergo…».
Gentile Sermini, novelliere senese del XV secolo, le cui “Novelle” sono state pubblicate integral-mente solo nel 1874, dice: «[…] e così vorrebbe il forte aglione con capponi o fagiani o starne, come col vieto lardo che usava il contado…».
Le notizie si perdono poi fino ai giorni nostri e l’Aglione ricompare in Val di Chiana a partire dagli anni ’90 del secolo scorso, grazie ad alcuni agricoltori che lo hanno rimesso in coltura”. ECCO il link della tesi completa consultabile
Buffo poi riportare luoghi che ancora richiamano la storia e i luoghi di origine
Concludiamo questo breve excursus con alcune istantanee
BUON AGLIONE
Come è possibile reperire i semi?
Semi, meglio bulbilli da fine maggio….gli spicchi a metà giugno (tempo che si asciugano)