“Aglione, Porro elefante”
Famiglia: Alliaceae
Origine: Mediterrane
Caratteristiche: questo particolare tipo di porro produce grandi bulbilli ed un bulbo (di 5-6 spicchi) molto più grosso rispetto a quello di un comune aglio, da cui i nomi “aglione” o “porro elefante”. Gli spicchi sono di colore bianco, tendente all’avorio, e presentano una forma rotondeggiante con leggero schiacciamento ai lati: possono raggiungere i 200 gr di peso (un bulbo può oltrepassare il chilo). La fioritura, avviene da aprile-maggio e si conclude in giugno.
Coltivazione: ama terreni ben drenati, ricchi di humus, ed esposizioni soleggiate. I bulbi si piantano in autunno, a circa 3 cm di profondità. Le piante inizieranno a germogliare dopo circa un mese dalla messa a dimora, quando in primavera inizieranno a manifestare l’apice floreale, è buona norma asportarlo per favorire l’ingrossamento del bulbo. La raccolta avviene a metà giugno, quando la parte aerea è ormai secca. Per quanto riguarda i bulbilli impiegano a germogliare fino a un anno; per accelerare i tempi di germogliazione basta eliminare i due involucri che proteggono il germoglio; questi bulbilli produrranno il primo anno di coltura bulbi dalla forma rotonda e dal secondo anno bulbi a spicchio.
Edibilità 5/5: l’aglione viene usato come il comune aglio in cucina ma, in quanto privo di allina, risulta molto più digeribile anche consumato crudo. Il suo profumo intenso ed il suo gusto delicato lo rendono assai apprezzato. Famosa la ricetta dei Pici all’Aglione tipica della Valdichiana. È bene sapere che anche i talli, ovvero gli steli portanti l’infiorescenza (che vanno tolti per ingrossare il bulbo) sono commestibili, cosi come tutte le parti della pianta.
Valore terapeutico 4/5: L’aglione, come è ben risaputo per il comune aglio, ha un notevole valore terapeutico. Ha proprietà antiossidanti, ipoglicemizzanti, un alto contenuto minerale (calcio, fosforo, potassio, magnesio) e aiuta a mantenere pulito l’intestino. Rispetto all’aglio, mostra un ridotto contenuto di fibre e non presenta tracce di allicina, di qui la maggior digeribilità di questa varietà. Studi condotti dal dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell’Università di Pisa hanno evidenziato “un contenuto di fenoli circa doppio rispetto all’aglio comune, così come una serie di molecole ad azione antimicrobica, antitumorale e antiinfiammatoria maggiormente rappresentata nell’ Aglione”.
Curiosità: La coltivazione dell’Aglione è stata riscoperta piuttosto recentemente, ma la sua storia è antica. Un tempo era diffuso in tutto il Mediterraneo: ne facevano uso gli Egizi prima, gli Etruschi e i Romani poi, riconoscendone già tutti gli aspetti terapeutici oltre che alimentari. Lunga è la biografia dell’ Aglione, ma veramente curioso, e avventuroso, è l’episodio che ne spiega oggi la presenza sull’isola del Giglio, come coltivazione tradizionale. Nel 1544 il pirata Khayr al-Din detto il Barbarossa, saccheggiò l’siola toscana, uccise chi gli si opponeva e deportò oltre 700 gigliesi. In seguito la famiglia dei Medici, ripopolò l’isola con popolazioni provenienti dalla Valdichiana, i quali probabilmente portarono seco i bulbi di Aglione.
Buongiorno, ottima descrizione dell’aglione, grazie.