Anch’io ho un giardino

Riportiamo qui alcuni estratti di questo vecchio libro che ormai ripone storie e temi in essere quasi cento anni fa. Uscito nel 1924, è incredibile l’attualità e la visione molto più spartana e pratica che quegli uomini non avvezzi al benessere, ma pieni di ingegno e speranza sapevano tramandare. Oltre alla prefazione riportiamo il capitolo dedicato alle piante curiose; tra queste risultano elencate alcune fra le nostre piante Innovative più amate e diffuse, da qui si capisce che tutto è una rota e destinato a riemergere dall’oblio del tempo con una nota di sguardo ai passi a venire. Se allora erano fonte di curiosità, oggi possono diventare risorsa e recupero del buonsenso.

Buona lettura

ANCH’IO HO UN GIARDINO

G-E-C-H Manuale pratico per la creazione di piccoli giardini per coltivare i fiori – consigli pratici e di facile esecuzione. F. Casanova & C. Via Po, num 39 – Piazza Carignano Torino, 1924.

PREFAZIONE

Mai come oggi si è sentilo così vivo il bisogno di cercare, nella quiete campestre, una sana reazione alla vita febbrile della città. Non pochi poi, che questo bisogno non avvertirebbero, sono dalla pletora di abitanti che la città soffre, riversali nei dintorni. I raddoppiati mezzi di comunicazione sopprimono le distanze ed i paesi, le campagne, anche parecchio discosti dai grandi centri, possono, di questi, considerarsi quali sobborghi. E accade che il commerciante, l’impiegato, l’operaio, gelido dalla mancanza di abitazione nel bel mezzo dell’ambiente rusticano, trova qui sensazioni nuove, piaceri sani ; trova un riposo nella quiete delle campagne, trova una frescura che lo scottante asfalto della città gli nega ; trova una benefica reazione al lavoro intenso della mente e del braccio. Davanti a pochi palmi di terra coltivata, l’animo si fa sereno; dimentica le ansietà dell’oggi e del domani per compiacersi delle immediate sensazioni che la bellezza d’un fiore, il profumo suo, la fresca ombra di qualche alberello, sa dare. – Come si sta bene, qui ! Come ci si respira bene!…

Questo libro è scritto per i neofiti della religione dei campi. Non ha pretese di dettarla ai giardinieri: vuole essere una semplice guida per chi, con le proprie mani, di quei pezzetto di terreno ch’è di fronte alla casetta, desidera formare una piccola oasi verde e in fiore, senza che poi debba con un occhio ammirarne la riuscita e con l’altro piangere il sacrificio della borsa ! Anch’io ho un giardino!! Quale intimo orgoglio è in questa esclamazione, anche se il giardino è piccolo e modesto. In questo libro, s’insegna a formarlo, il rostro giardino, ad ottenerlo  ricco di fiori e di profumi, senza complicate arti di giardiniere, e senza piante difficili che vogliono la proiezione delle serre, o, per dirla con termine più italiano, delle stufe. Se l’accoglienza a quest’operetta sarà buona seguirà l’Orto e poi il Frutteto. Sta a voi ad incoraggiarci a seguire la nostra via; la quale non deve essere cattiva, perché dà fiori belli, poi buoni frutti e anche….ottima verdura!…

LE CURIOSITA’ E RARITA’ DEL GIARDINO p. 138

Non è impossibile che a qualche lettore gusti avere nel giardino parecchie pianticelle che offrano carattere di curiosità o di assoluta novità. Io ne dò qui un elenco, avvertendo  che nessuna pianta è di stufa, ma tutte coltivabili in pien’aria.

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Trichosanthes Anguina. È una cucurbitacea dell’India. E siccome l’India è il paese dei serpenti questa pianta produce dei frutti che questi rettili ricorda in modo evidente tant’è che laggiù chiamasi pianta dei serpenti. E arrampicante annuale vigoroso. Al fiore bianco segue un frutto gracile, cilindrico, lunghissimo (2 metri) striato di verde, di rosso, di giallo e l’estremità sua si attorciglia come la coda d’una serpe.

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Zucchette ornamentali. Danno minuscoli zuccotti che imitano a perfezione le uova, le pere, le arance e si conservano tali e quali. Altre di queste zucchette hanno forme stranissime.

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Edelweis della Siberia. E più bello del famoso edelweis delle nostre Alpi e dà fiori grandi il doppio anche in pianura.

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Luffa cilindrica. Rampicante rigoglioso. Col frutto, si ha una spugna vegetale che serve per il bagno.

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Amorphophallus Rivieri. Ha un tubercolo di 3 – 4 chi-logrammi che non dà che una sola foglia curiosissima alta anche più di un metro e che si apre in forma di parasole. È rustica, ma d’inverno è opportuno ritirare il tubercolo per reimpiantarlo in primavera.

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Martinia Proboscidea. Il suo frutto essiccato è curiosissimo: par una testa d’ uccello con due lunghi uncini ricurvi

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Crataegus pyracantha.  Arbusto perenne, detto Roveto ardente, poichè ai fiori bianco – rosati seguono d’autunno numerosissimi piccoli frutti a grappoli rosso-fuoco di molto effetto.

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Violetta Nuoca Zelanda. È una pianta annuale che dà un bel cesto di foglie minute e decorative con fiori sorretti da un stelo alto da 5 – 8 centimetri. I fiori sono bianco puro con centro interno rosso-lilla elegantissimo. Incomincia in Giugno e continua anche nell’ inverno se lo si pone in serra.

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Vaniglia (Elioiropo) gigantesca. La ben conosciuta vaniglia dal profumo squisito ha in questa nuovissima pianta il suo trionfo. Produce un fusto alto fino un metro e dà degli enormi ombrelli fioriferi e profumati della circonferenza d’un metro!

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Tropaeolo (Cappuccino) delle Canarie. Rampicante dal fiore giallino dalla forma assai curiosa di farfalla esotica.

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Solarium Capsicum (Peperoncini ornamentali). Questi solanum sono graziose piantine dal bel fogliame e di frutti decorativi. Son a forma di ciliege oppure a cornetti a mazzi rossi, gialli, aranci, scarlatti.

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 Mimosa Pudica (Sensitiva). È  la famosa sensitiva le di cui foglie appena toccate si chiudono pari pari per riaprirsi tornata la quiete. E una graziosissima piantina da vaso vivace in serra e annuale all’aperto.

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Solarium ovigerum (Pianta delle uova). Pianta annuale dell’ India. Da agosto all’ottobre dà dei frutti pendenti, bianchi, assolutamente simili alle uova di gallina.

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Momordica charantia. Rampicante annuale dell’ India, della famiglia delle cucurbitacee. Si semina e ai fiori gialli seguono dei frutti fusiformi di color arancio, verrucosi, che si lacerano irregolarmente mostrando delle bacche rosse. Queste bacche, messe a macerare nell’olio, formano un unguento veramente miracoloso per guarire tagli, ferite, la-cerazioni e simili.

Tutti questi fiori si ottengono da semenza. Soltanto il Roveto ardente è un arboscello sempre-verde e l’Amorphophallus è un tubero.

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