“Fior del granchio, Achira, Canna edulis”
Famiglia: Cannaceae
Origine: Messico
Caratteristiche: pianta erbacea perenne, con rizoma carnoso e ramificato. Le foglie sono grandi, di colore verde o verde violaceo, con piccioli corti e lamine ellittiche. Cresce da 0,5 fino a 1,5 m. e fiorisce da agosto a ottobre.
Coltivazione: di facile coltivazione richiede un terreno ben lavorato, ricco e ben drenato: ama posizioni soleggiate e tollera anche terreni pesanti. Date le sue grandi foglie teme esposizioni troppo ventose. Nella stagione della crescita ama umidità e abbondanza d’acqua. I tuberi tollerano il gelo fino a -5, ma durante l’inverno è bene proteggere la radice della pianta con della pacciamatura. Se raccolti, i tuberi si conservano in luogo fresco e buio come le patate. La radice può essere raccolta entro 6 mesi dalla messa a dimora, anche se i rendimenti più grandi si ottengono dopo 8 – 10 mesi. Le lumache amano i giovani ributti in primavera e possono causare gravi danni alle piante.
Edibilità 4/5: i giovanissimi tuberi sono consumati cotti, sono dolci e ricordano la patata benché più fibrosi. Il suo amido è di facile digestione e la farina si usa per produrre pane, biscotti, gallette, torte. Le radici contengono circa il 25% di amido; oltre che zucchero, proteine e potassio. Da questo tubero si ottiene una farina molto utilizzata: popolari sono i biscotti della Colombia e le tagliatelle del Vietnam. I giovani germogli, cotti, sono una prelibatezza come verdura, sono molto nutrienti e contengono almeno il 10% di proteine.
Valore terapeutico 2/5: il decotto delle radici si usa come diuretico e le foglie come cicatrizzante: il succo di queste è antisettico. Le foglie appena recise si mettono sopra le bruciature per rinfrescare la pelle. Tutta la pianta è utilizzata per il trattamento dei dolori mestruali; il decotto della radice viene utilizzata nel trattamento della gonorrea e amenorrea. La pianta è anche considerata diaforetica e diuretico.
Curiosità: il termine volgare “Achira”, proviene dal quechua achuy, che significa “starnutire” o “esprimersi con spontaneità”, ed è connesso alla trasmissione di conoscenza orale: da qui la storia si perde nei millenni, ma gli archeologi hanno scoperto che era già coltivata in Perù 4500 anni fa. È da lungo tempo usata nei giardini, anche in Italia, come pianta decorativa, per il suo portamento, la sua resistenza e capacità di adattamento. L’estrazione del suo abbondante amido è oggi sempre più interessante per l’industria alimentare.