“Cavolo marittimo, Chou marin, Seakale”
Famiglia: Cruciferae
Origine: Mar del Nord, Baltico, e Mar Nero

Caratteristiche: pianta perenne dal fusto spesso e ramoso e dalle foglie glabre, di un verde glauco, che raggiunge un’altezza massima di 50-60 cm. Fiorisce in piena estate con fiori bianco crema o rosei riuniti in racemi, di lunga durata.
Coltivazione: si tratta di una pianta rustica, senza grandi esigenze climatiche e che si adatta a tutti gli ambienti. Predilige terreni leggermente alcalini, sciolti e ricchi. Tollera molto bene la siccità e resiste fino a -20°C. Ama i climi marittimi freschi, ma cresce bene dappertutto in luoghi soleggiati. Il cavolo marittimo si propaga per seme o più frequentemente per talea di rizoma da effettuare verso marzo, prendendo spezzoni di radice da una pianta ben formata e ricollocandoli in terra. La semina si esegue da marzo a giugno e può essere fatta sia in semenzaio sia in serra. In natura il seme viene disperso in acqua e lì può galleggiare per giorni senza perdere vitalità. La piantagione andrebbe rinnovata ogni 7-8 anni.
Edibilità 4/5: le fogli giovani, crude o cotte, hanno un piacevole sapore che ricorda la nocciola: sono ottime crude in insalata. Le foglie più vecchie sono un po’ amare e preferibili cotte. Molto buoni sono anche i germogli crudi o appena scottati come gli asparagi. La radice è ricca di amido e zuccheri. I fiori si raccolgono prima che si aprano, come i broccoli, e si cuociono leggermente al vapore.
Valore terapeutico 2/5: nonostante non sia ancora molto studiato, alcuni dei nutrienti del cavolo marittimo sono ben noti. Esso può fornire un apporto minerale unico per la dieta umana, soprattutto se coltivato vicino al mare, che comprende tra l’altro iodio, zolfo, vitamina C. Offre un alto contenuto di fibre, come le altre Brassicaceae, utili per l’apparato digerente e per prevenire disturbi gastrointestinali. L’alta percentuale di minerali presenti, oltre a stimolare il metabolismo, lo rendono un importante diuretico: stimola la minzione e aiuta a rilasciare tossine.
Curiosità: questo cavolo si coltivava in Inghilterra almeno dal tempo della regina Anna (1700), se non prima, e fu popolare fino a fine ‘800 inizio ‘900, per poi essere completamente dimenticato, almeno come verdura. È solo dal 2014 che è tornato alla ribalta nel Regno Unito dove viene considerato una prelibatezza e servito a caro prezzo nei ristoranti pluri-stellati.