Giardini edibili

* Il termine ”giardino” deriva dall’indogermanico gart o hart che significa “cingere,circondare” perciò indica una parte di terreno delimitato, più anticamente si rifà all’idea di eden da cui in inglese garden e dalla parola greca paradiso παράδεισος «giardino, parco», e dall’avestico pairidaēza– «recinto circolare»). La coltivazione e la cura di un giardino o di un orto sono uno strumento terapeutico. «La cura attraverso il verde è efficace per tutti. Il giardino, a patto che si tratti di uno spazio pensato, strutturato e curato, aiuta a combattere stress e malesseri dovuti ai ritmi della vita quotidiana». È la garden therapy, appunto: scoperta nel XIV secolo dai monaci irlandesi (che coltivavano i giardini e gli orti  per curare la depressione).

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Giardini edibili

 

Il termine edìbile o dal lat. tardo edibĭlis, indica sicuramente qualcosa che si può mangiare, che si presta a essere mangiato, il sinonimo edùle è più specifico e viene soprattutto utilizzato nel linguaggio scientifico per indicare prodotti della terra e del mare che possono servire come cibo. Tali prodotti sono in larga misura generati dalla coltivazione e raccolta delle piante, alcune specie utili e interessanti a fini commestibili vengono iscritte proprio con il nome botanico di edulis o esculentus ad indicare indubbiamente  l’aspetto commestibile, o meglio edibile della specie vegetale, ne fanno esempio il Sechium edulis (Chayote), la Polymnia edulis (Yacon), verdure come l’Abelmoschus esculentus (Okra), o il Cyperus anche lui esculentus (Nocciola di terra). Se dovessimo pensare a un luogo davvero adatto alla coltivazione delle piante penseremmo di nuovo a un orto  o un giardino botanico. Ma si tratta dunque di orto o giardino? Se tecnicamente l’orto è un luogo dove si coltivano piante utili e medicamentose e il giardino un luogo di contemplazione e rigenerazione dello spirito, nella pratica questa  distinzione non è così rigorosa e i due  termini vengono indifferentemente usati l’uno al posto dell’altro. Il termine giardino però riassume in se molte più connotazioni e sfaccettature: in primis è un luogo dedicato alla ricreazione e alla contemplazione che in passato ha avuto un ruolo fondamentale durante tutte le epoche; per i romani era un luogo di sfarzo e di cultura; per i monaci e i conventi del medioevo era un luogo ove ricavare preparati medicamentosi e favorire il ritiro e la preghiera; la stessa origine della vita secondo molte religioni ha per luogo un giardino; è stato il punto di partenza della nascita della scienza come oggi la intendiamo e dell’arte durante la seconda fase del rinascimento, le città istituivano proprio nel ’500 i primi giardini botanici e tutti riportavano attenzione alle essenze e alle varietà di piante che durante la scoperta di regioni e continenti del mondo venivano introdotte nel nostro ambiente e che avrebbero poi modificato interamente le nostre usanze e la nostra cultura alimentare ed estetica. Oggi è tempo di una nuova rivoluzione del giardino, una rivoluzione che riguarda non solo i canoni estetici o culturali, ma che assomma in se oltre al carattere decorativo anche  il valore, la qualità e la biodiversità  delle piante. Questa biodiversità nasce anche per curare i bisogni primari e necessariamente il cibo che consumiamo a partire dai vegetali. Molte piante commestibili hanno un incredibile carattere ornamentale, tra perenni e annuali a portamento erbaceo, arbustivo, rampicante o arboreo la scelta è infinita e oltre che essere messe a servizio della nostra cucina, ci permettono di aggiungere tocchi di bellezza e di storia ai piatti che consumiamo; la diversità da un orto comune sta tutta nella disposizione e nella scelta delle piante. L’orto è infatti un  piccolo o medio appezzamento di terreno, per lo più adiacente a una casa, nel quale si coltivano ortaggi e piante da frutto; orto come ortogonale, retto come le file di cavoli, finocchi e pomodori che esso può ospitare, facili da raccogliere e rinnovare.IMG_2617 Passare dall’orticoltura al giardinaggio include numerosi vantaggi: permette una nuova gestione degli spazi, una maggiore biodiversità vegetale, richiamo di insetti utili per via dei fiori, anch’essi in buona parte commestibili, maggiore protezione da parassiti e malattie che sono più propensi a colpire piante della stessa specie poste in fila, la valorizzazione di piante perdute, rare, curiose e inusuali, mettere in tavola sapori di stagione sconosciuti ai mercati ordinari. Questo tipo di giardini garantisce una buona produttività,  autoproduzione e garanzia di freschezza, basso impatto ecologico, alto valore didattico e culinario. Unendo il carattere di un orto a un giardino, o meglio progettare un giardino edibile è un po’ come unire l’utile al dilettevole, il sacro al profano, trovare l’equilibrio tra curiosità e necessità, tra cibo e cultura, tra corpo e spirito. Anche luoghi piccoli possono riservare grandi soddisfazioni ed è importante riuscire a ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.

 

Come coltivare un giardino commestibile, i principi fondamentali

 

IMG_2640I principi guida sono molto simili a quelli della permacultura, ma la scelta delle piante commestibili considera anche la loro qualità estetica sia singolarmente sia nell’insieme. Non è necessario produrre tanto di una singola specie, ma differenziare le varietà vegetali e combinarle fra loro. Nell’ambito commestibile si ha di fronte un cosmo di piante, scelte in base alla curiosità, al piacere del gusto e dell’occhio, i canoni in gioco sono in relazione al tipo di utilizzo che la pianta offre (se si utilizzano le radici, le foglie, i fiori o i frutti o come spesso accade per piante di natura edibile più elementi insieme). E’ fondamentale per conoscere questo argomento cominciare a sperimentare dal semplice, da ciò che si conosce. Ogni pianta secondo i principi della permacultura dovrebbe avere tre o più possibili funzioni, prendiamo ad es. la calendula: attira insetti utili e protegge le altre piante, è commestibile e medicamentosa, si auto risemina, è bella; questo approccio si può eseguire con ogni specie botanica (in fondo ogni pianta svolge più funzioni, bisogna solo imparare a scoprirle e combinare le diverse qualità delle piante). Di base è bene progettare il giardino a partire da dei buoni substrati di coltivazione, la terra ricca è già una buona promessa, evitando del tutto concimi chimici e trattamenti non biocompatibili. E’ davvero utile optare per la coltivazione in aiuola sia per la varietà di forme che si possono creare (spesso quadrate o rettangolari) sia perché rialzare le piante che vogliamo far crescere dona allo spazio un carattere proprio di giardino e permette a quest’ultime uno sviluppo più sano e rigoglioso limitando le infestanti e gli sbalzi termici, migliorando la struttura del suolo e la fatica nel coltivare e curare le piante. La misura delle aiuole può variare a piacere, ma è bene mantenere delle forme pratiche di 1,20 m x 2m; le sponde dell’aiuola rialzate di 15-20 cm vengono realizzate con legno o altri materiali oppure (come per quelle di un orto sinergico) sono realizzate con sponde di terra; di base all’aiola si può porre la terra del posto addizionata con cippato di latifoglie o rami sminuzzati e materiali drenanti (argilla espansa, pomice, ghiaia)gli ultimi 7 cm dovrebbero essere di compost maturo addizionato a torbe o sabbia; tutto questo favorirà la fertilità dell’aiuola, l’areazione delle radici delle piante e limiterà i ristagni idrici, mantenendo la ritenzione idrica (fondamentale nella stagione estiva per ridurre il fabbisogno d’acqua); si possono dotare le aiole di goccia goccia e sistemi idrici  temporizzati che faranno risparmiare acqua e tempo. Se si dispone solo di un terrazzo e di un balcone è possibile scegliere dei bancali, cassoni contenitori fuori terra e vasi grossi che si addicano al vostro spazio,benchè necessiteranno rispetto alle aiole di maggiore apporto d’acqua ci sono una moltitudine di piante commestibili che crescono bene anche in vaso; Un altro fattore fondamentale è la luce. Bisogna sapere di quanta luce si dispone e quale sia l’orientamento migliore; molte piante commestibili necessitano di una buona esposizione solare, con minimi di 6 ore al giorno, prediligendo le prime ore di luce per fiori e foglie, mentre frutti e radici possono  avere anche la luce pomeridiana, ci sono molte piante commestibili che prosperano anche in luoghi semi-ombreggiati o ombrosi ed è davvero fondamentale conoscere la propria esposizione. Se necessario è bene predisporre barriere antivento come siepi o paratie, ma spesso le case sono costruite già seguendo un orientamento e il giardino commestibile dovrebbe essere un’estensione dell’abitazione. Anche in piccoli spazi possono crescere una moltitudine di varietà di piante molto diverse tra loro, possiamo sfruttare la verticalità o la disposizione dei vegetali mettendo piante piccole davanti, che possano ricevere luce e piante a maggior sviluppo dietro, e a nord di quest’ultime piante che necessitano di poca luce. Esistono anche appositi supporti da appendere al muro dove far crescere le proprie verdure da  usare fresche.orto-sinergico- sinergico

 

Quali piante?

 

Cercare di alternare piante aromatiche con piante da frutto o da foglia può già essere un modo per distribuire le varietà. Quando si raccolgono le piante da radice è possibile riseminare direttamente nuove varietà per evitare di lasciare dei vuoti, oppure come nel caso di alcuni tuberi topinambur e dei carciofi cinesi raccoglierli secondo bisogno, rimarranno più freschi e integri se protetti dall’aria i tuberi un poco alla volta e secondo necessità, e ripartiranno l’anno seguente. Delle infinite combinazioni possibili di piante commestibili (sono oltre 7000 le varietà impiegabili nei climi temperati e circa 9000 adatte alle zone a clima mediterraneo) scegliete quelle che conoscete, quelle che vi incuriosiscono e quelle la cui reperibilità in piante o semi sia fattibile, non ci sono limiti se non quelli della vostra fantasia e del gusto personali e della disponibilità dei vivai.

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