“Zucca spugna, spugna vegetale, cetriolo egiziano”
Famiglia: Curcubitaceae
Origine: Asia orientale
Caratteristiche: specie di cucurbitacea rampicante molto vigorosa, si caratterizza per una vegetazione ed una fioritura gialla simile a quella del cetriolo, al quale rimanda anche la forma e dimensione del frutto. Quest’ultimo ha però una caratteristica peculiare, ovvero man mano che matura, la parte interna della polpa inizia a trasformarsi e si disidrata, diventando così spugna vegetale: a fine maturazione, risulta composto per il 90% da cellulosa e per il 10% di lignina. Il processo impiega 5-6 mesi.
Coltivazione: ama esposizioni a pieno sole e terreno ricco e ben drenato. La semina diretta può essere effettuata dal mese di aprile, quando le temperature si stabilizzano su valori primaverili, sennò si può anticipare con la semina in vaso in serra fredda. Una volta a dimora, necessita di sostegno per la crescita.
Edibilità 2/5: i giovani frutti, di circa 10 cm di lunghezza, si consumano come le zucchine, possono essere mangiati crudi in insalata a fettine o julienne, oppure saltati in padella, in frittate, zuppe o sughi. Anche i germogli, i nuovi getti, le foglie ed i fiori sono commestibili, e normalmente si consumano cotti. I semi, abbondantissimi nelle zucche mature, sono ottimi tostati.
Valore terapeutico 2/5: I frutti secchi sono usati come spugne abrasive nella cura della pelle per rimuovere la pelle morta e stimolare la circolazione periferica. Dai semi si estrae un olio dai molteplici usi in cosmesi: per le sue proprietà idratanti ed emollienti viene utilizzato in creme solari, prodotti antinvecchiamento, trattamenti facciali, oli corpo e detergenti. Sono note anche proprietà antinfiammatorie ed antifungine. L’intera pianta è diuretica e purgativa, utile in caso di asma e affezioni respiratore (vi sono preparati omeopatici a base di luffa), usata anche per reumatismi, mal di schiena, dolori al petto ed emorroidi.
Curiosità: da qualche anno, l’attivista e innovatrice paraguaiana Elsa Zaldívar, ha ideato un doppio progetto con protagonista la luffa: istruire le casalinghe sulla lavorazione della stessa per ricavarne spugne da bagno e sandali, e combinare i residui della spugna vegetale con la plastica riciclata, per convertirli in robusto materiale per costruire muri, sopperendo così alla carenza di abitazioni di alcune regioni del Paraguay, oltre che salvare le foreste dal disboscamento per l’approvvigionamento di legname da costruzione. Negli anni ’80 un progetto la annoverò come materiale da imballaggio molto promettente e non inquinante, ma venne soppiantata dal polistirolo.