OENOTHERA biennis

 “Enagra comune, primula della sera, rapunzia”

Famiglia: Onagraceae

Origine: Stati Uniti

Caratteristiche:  erbacea biennale molto rustica, che talvolta fiorisce anche l’anno stesso della semina, può raggiungere i 2 metri di altezza Il primo anno produce una rosetta basale di foglie picciolate, dal secondo sviluppa un fusto eretto, semplice, con foglie alterne, lanceolate e  dalle nervature centrali arrossate alla fine. Le radici sono grosse e carnose di tipo fittonante e lievemente rossastre. L’infiorescenza è composta da diversi grandi fiori gialli, solitari e disposti in lunghi racemi fogliosi. I fiori durano circa 30 ore.

Coltivazione: di coltivazione estremamente facile, si adatta a terreni aridi e poveri. Necessita il pieno sole. Molto resistente alla calura estiva, alla siccità e agli inverni più rigidi. Si semina in primavera o in autunno, direttamente a dimora.

Edibilità 3/5: la radice carnosa, dolce e succulenta può essere consumata bollita. Ha un gusto pepato ed il sapore ricorda in qualche modo la scorzabianca o la pastinaca. È Salutare e nutriente. I giovani germogli si utilizzano crudi o cotti; sono abbastanza mucillaginosi e anch’essi presentano una nota pepata (da usare con parsimonia). Le foglie si consumano come verdura, specialmente quelle più giovani e tenere. I fiori sono dolci, ottimi in insalate o come guarnizione. I baccelli giovani, si consumano normalmente cotti al vapore. I semi, sono commestibili ma piccolissimi e difficili da raccogliere.

Valore terapeutico 5/5: ha riconosciute proprietà antispastiche, depurative, antidermopatiche, antiallergiche, e antinfiammatorie; riduce i livelli plasmatici di colesterolo, è un antiaggregante piastrinico naturale, migliora la circolazione periferica. Sono stati condotti molti studi clinici che hanno dimostrato l’interesse per questo olio nel trattamento della sindrome premestruale (dolori addominali, stanchezza, irritabilità, depressione, aumento del peso, mal di testa) e dolori mammari, nella sclerosi a placche, nella schizofrenia, nell’eczema atopico iperattivo dei bambini, per sedare il forte prurito dell’ittiosi, l’artrite reumatoide e le neuropatie diabetiche. L’olio contiene l’acido gamma linolenico, un precursore delle prostaglandine E1, che stimolano la secrezione di muco e di bicarbonato da parte delle cellule superficiali, esercitando un effetto protettivo sulla mucosa gastrica e un miglioramento del flusso sanguigno locale. L’olio di Oenotera biennis andrebbe prescritto per lunghi periodi a pazienti a cui è indispensabile l’assunzione di farmaci potenzialmente gastro-lesivi. Inoltre è impiegato per la rigenerazione della pelle, per la cura di rughe e smagliature. L’olio di enotera entra a far parte della composizione di molti prodotti cosmetici contro l’invecchiamento cutaneo.

Curiosità: coltivata dai nativi americani, l’ O. biennis viene introdotta in Europa nel XVII secolo, diventando un diffuso rimedio popolare, con la fama di pianta medicinale, tanto che in inglese viene chiamata “king’s cure all” cioé “panacea del Re”. La denominazione attuale è stata proposta da Carl von Linné, nell’anno 1735, accostando due termini greci: oinos “vino” e thèra “desiderio”: secondo alcune fonti, questa scelta fu legata al fatto  che anticamente la radice veniva usata come ingrediente aromatizzante nella preparazione di alcuni vini. Il nome specifico biennis  si riferisce allo sviluppo in due anni della pianta. Il nome popolare “prosciutto di sant’ Antonio” gli è valso per il colore della sua radice una volta cotta (simile a quello del prosciutto) ma anche per le notevoli proprietà nutrienti: un detto contadino tedesco diceva appunto che una libbra di queste radici nutriva di più di un quintale di manzo!

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