“Tomatillo, pomodoro verde”
Famiglia: Solanaceae
Origine: America
Caratteristiche: pianta annuale, con fusto eretto e cespuglioso, fiorisce da giugno a ottobre, il frutto di colore verde si raccoglie a partire da metà luglio.
Coltivazione: piena terra, buon drenaggio, pieno Sole, mezz’ombra; per ottenere la fruttificazione occorre mettere a dimora più di una pianta. Cresce bene anche in condizioni climatiche avverse e molto piovose o calde e siccitose. Si coltiva come un pomodoro per i suoi frutti, ma non necessita di trattamenti.
Edibilità 4/5: i frutti dai 3 ai 5 cm di diametro sono edibili sia crudi che cotti. Quando ancora verde si usa sbollentato 2 minuti e poi unito a salse , minestroni, stufati, etc. Il frutto completamente maturo è più dolce e ha un sapore delizioso che ricorda il pomodoro; i frutti maturi si consumano crudi in insalata o si utilizzano nella preparazione di salse, torte, conserve e sughi. In Messico una volta lavati e sbollentati i frutti, si scolano, si unisce cipolla cruda e del peperoncino, si frulla tutto insieme e si ottiene una salsa ottima per insaporire i piatti.
Curiosità: il “tomatillo” venne integrato come verdura subito dopo la scoperta dell’America; era considerato e usato come “pomodoro”a tutti gli effetti, a dispetto del suo parente rosso (Solanum lycopersicum) considerato fino al ‘600 solo decorativo. La pianta protegge ogni frutto con un involucro tipico dei Physalis (vedi alkekengi) che sembra un sacchetto di carta (botanicamente, il calice), che previene attacchi di parassiti e insetti. Questo calice è tossico e non dovrebbe essere mangiato. Il frutto può essere conservato per un massimo di un anno, purché raccolto prima che sia completamente maturo e lasciato all’interno del suo calice.