“Coriandolo boliviano, papalo, quiliquiña”
Famiglia: Asteraceae
Origine: sud America
Caratteristiche: erbacea annuale, molto rustica, presenta fusti eretti che possono raggiungere il metro di altezza, ramificati nella metà superiore. Le foglie, porose, sono sia opposte che alterne, con piccioli piuttosto lunghi, ovate e con l’apice rotondeggiante e leggermente ondulato. Sono fortemente aromatiche. La fioritura avviene ad agosto, ed i semi maturano ad ottobre/novembre e vengono sparsi dal vento come quelli del tarassaco.
Coltivazione: si adatta a qualsiasi tipo di terreno, purché ben drenato. Ama innaffiature regolari e posizioni soleggiate. Si semina in coltura protetta ad inizio primavera o direttamente a dimora da maggio.
Edibilità 3/5: le foglie si utilizzano crude o cotte. Possono essere aggiunte alle insalate o cucinate per aromatizzare cibi come stufati e salse. In Bolivia con il P.ruderale si prepara una deliziosa salsa con il pomodoro, e il peperoncino recoto chiamata “Llajua”. In Messico è ampiamente consumato in un’infinità di piatti, e soprattutto è comunemente presente nei tacos e nella nelle quesadillas . In Colombia nel dipartimento di Boyacá è conosciuto come “ochica” ed è usato per condire la “muta”, un tipo di zuppa Le foglie hanno un aroma e un sapore pungenti molto caratteristici che è stato paragonato al coriandolo (Coriandrum sativum).
Valore terapeutico 3/5: l ‘erba è usata nella medicina popolare boliviana per il mal di stomaco e i dolori addominali, oltre che per combattere il freddo e la tosse. Gli indiani Chacobo della Bolivia pare usino le foglie per ridurre il gonfiore nelle infezioni e nelle punture di insetti. In Venezuela le radici di P. ruderale sono utilizzate dalla medicina popolare nel trattamento del morso di serpente e per alleviare il dolore da reumatismi ed erisipela, una malattia batterica della pelle. In Brasile questa erba è conosciuta come Arnica Paulista ed è classificata come antisettica, antinfiammatoria e analgesica. È usata per trattare la gotta, alleviare i dolori articolari e come broncodilatatore, oltre che per curare lividi. Un infuso di questa pianta viene tradizionalmente usato per curare l’epatite e i reni in generale. Può inoltre essere utile in caso di diarrea, flatulenza, cattiva digestione, e per i dolori mestruali.
Curiosità: i termini comuni “pápaloquelite” e “pápalo” usati per lo più in Messico, con i quali viene definito il P. ruderale, sono di derivazione azteca: in lingua náhuatl, “papalotl” significa farfalla, e si dice che le foglie leggere e arrotondate di questa pianta si muovano al vento come farfalle.