“Pomodoro, tomato”
Famiglia: Solanaceae
Origine: S. America
Caratteristiche: benché possa spontaneizzarsi e auto seminarsi, soprattutto le varietà a frutti piccoli, non si conosce la reale presenza allo stato selvatico. Pianta annuale nei climi temperati, ma perenne di breve durata nei climi tropicali, dove può essere coltivata fino a 2000 m . di altezza arriva fino a 3 m di altezza. I fiori, gialli e di diverse misure vengono impollinati dagli insetti, gli steli e le foglie sono ricoperte da finissimi peli leggermente irritanti; foglie composte, pennate, dispari presentano da cinque a nove foglioline sui piccioli; i frutti vengono considerati bacche e hanno forme molto diverse a seconda delle varietà.
Coltivazione: pianta dei tropici, ampiamente diffusa in tutto il mondo, cresce bene con temperature diurne sopra i 15-20 °C, ma può tollerare temperature comprese tra i 5 e i 40 °C, Predilige uno sbalzo termico tra il giorno e la notte di almeno 5 °C; non tollera il gelo, ama terreni fertili, ricchi di humus e ben drenati ed esposizioni luminose, richiede irrigazioni regolari, ma ci sono varietà che resistono molto bene alla siccità. Non tollera l’eccesso di umidità e i ristagni idrici che influiscono negativamente sullo sviluppo e la crescita. Inizia solitamente a fruttificare dopo 8-15 settimane dalla germinazione, ma esistono varietà che fruttificano anche dopo 4 o 5 mesi. Spesso per il corretto sviluppo richiedono tutori e manutenzioni costanti, ma esistono anche varietà molto rustiche che non richiedono cure particolari. In consociazione si sviluppa bene con il prezzemolo, il basilico, urticali, e brassiche. Protegge i piccoli frutti come ribes e uva spina dall’attacco di insetti nocivi, non ama la prossimità di finocchi e patate.
Edibilità 5/5: i frutti si utilizzano crudi o cotti, esistono moltissime ricette e preparazioni; può essere utilizzato nelle insalate o come contorno e insaporitore di cibi e pietanze, sughi e soffritti. In Spagna e in s. America si prepara un succo dissetante chiamato gazpacho, i frutti possono essere essiccati, macinati e ridotti in polvere costituiscono un ottimo addensante.
Valore terapeutico 3/5: i frutti sono un rimedio di primo soccorso in caso di bruciature e ustioni, la polpa ha potere rinfrescante e detergente ed è molto benefica per pelli grasse e sensibili. Il decotto delle radici può essere utilizzato per lenire mal di denti e per risciacqui orali. La buccia dei frutti è molto ricca di licopina, che ha funzioni cardioprotettive e benefiche per la prostata ingrossata e le disfunzioni correlate. Dalle foglie si ottiene un impacco utile per i dolori ai nervi e al linguine. Dalla pianta si ottiene un rimedio omeopatico utile nel caso di reumatismi ed emicranie.
Curiosità:. pianta densa di storia; propria della cultura Maya venne adottata dagli Aztechi che la resero una coltura estensiva e molto apprezzata, migliorandone notevolmente le qualità e le cultivar. Arrivata in Europa con la scoperta delle America, venne accolta con molta diffidenza per la sua somiglianza con il velenoso S. nigrum e iniziò ad essere impiegata come alimento solo dalla metà del 1600, nella corte del Re di Francia Luigi XIV, da quel punto il suo impiego conobbe larga diffusione; in Italia fu coltivata per la prima volta a Roma nel 1730 circa dall’abate Filippo Luigi Gilli coadiuvato dall’Indios Gaspare Xuarez. Diventò fondamentale per molte ricette e tradizioni popolari contadine, le piante vennero anche adattate a climi diversi e migliorate nelle qualità organolettiche incrementando ulteriormente la selezione di varietà e tipologie. Pianta molto utile per progetti di foreste commestibili, in quanto ottimo biorepellente. Re indiscusso dell’orto estivo e pianta di discreto valore ornamentale, soprattutto quando matura i frutti. Dai semi si estrae un olio commestibile, adatto anche per saponificazioni. Dal macerato delle foglie e dalla pianta intera si ottiene un preparato utile come dissuasore per insetti nocivi, in particolare bruchi e formiche. Tutte le parti della pianta, ad eccezione dei frutti maturi sono tossiche. Oggi si riconoscono due tipologie distinte; il S. lycopersicum Esculentum cerasiforme, tipico pomodoro ciliegino, e il S. l. Esculentum esculentum, pomodoro dai frutti medio grandi; quest’ultimo si incrocia facilmente con il S. Pimpinellifolim ma non con il pomodoro selvatico o S. peruvianum.