“Tuberina, carciofo cinese, crosne, choro-gi”
Famiglia: Labiate
Origine: Giappone, Cina
Caratteristiche: è una pianta perenne, rizomatosa, che inizialmente si presenta come un cespuglio eretto di circa 40-50 cm, che poi decade. I fiori sono raggruppati in verticilli compatti all’estremità degli steli, ma fiorisce raramente. Il carciofo cinese viene coltivato per i suoi tuberi commestibili che, piantati a marzo, si raccolgono a partire da ottobre; ogni pianta può produrre da 40 a 200 tubercoli.
Coltivazione: è una pianta rustica e di facile coltivazione, che predilige terreni ben drenati e posizioni soleggiate, ma cresce in qualsiasi giardino, a patto che non si tratti di un terreno molto pesante. Anche se la parte aerea viene colpita dal gelo, non è un problema per i tuberi che, essendo molto resistenti, possono essere lasciati nel terreno durante l’inverno, e raccolti secondo le proprie esigenze. I tuberi che non saranno raccolti, svilupperanno spontaneamente nuove piante nella stagione successiva; altrimenti possono essere ripiantati, dormienti, entro marzo.
Valore terapeutico 1/5: la radice polverizzata si usa come analgesico; l’intera pianta è stata usata nel trattamento di raffreddori e polmoniti.
Edibilità 4/5: i piccoli tuberi, hanno un sapore molto piacevole, tra la nocciola e il carciofo a seconda di come si preparano, e sono altamente digeribili. Si possono aggiungere crudi alle insalate o cuocere leggermente. Se optiamo per la cottura, questa non deve superare i 20 minuti, per non perderne il sapore. È anche consigliato, per mantenere intatte le caratteristiche del tubero, di raccoglierlo solo al momento del consumo e non sbucciarlo, ma solo strofinarlo con le dita per togliere la pellicola che lo riveste. Sono edibili anche le foglie.
.Curiosità: fu la Francia il primo paese europeo che importò questa strana e antica verdura dall’Oriente nel XIX secolo: Crosne, oggi è così che viene chiamata oltralpe, era appunto il luogo d’origine dei suoi scopritori. In Francia conobbe il suo apice alla fine del XIX secolo, dopo che nel 1887 Alexandre Dumas la citò come ingrediente della sua “insalata giapponese” nella pièce teatrale “Francillon”. Il crosne fu poi alimento essenziale in tempi di guerra, e come spesso accade, terminati i conflitti, rimase associato nelle menti dei francesi a periodi di privazione dunque rifiutato e poi dimenticato. La riscoperta di questo ortaggio è storia recente: grandi chef e ristoranti di alta cucina lo ripropongono nei loro menu e…a caro prezzo!