“Spinacio della Nuova Zelanda, spinacio estivo”
Famiglia: Aizoaceae
Origine: Nuova Zelanda
Caratteristiche: erbacea annuale (o perenne nei climi più miti) inizialmente eretta, ma che poi tende ad allargarsi strisciando, formando un fusto succulento lungo anche più di un metro, con molte ramificazioni. Le foglie di colore verde brillante, sono alterne, lisce e carnose, con il lembo triangolare. Produce piccoli fiori gialli e frutti ascellari induriti, angolosi e cornuti.
Coltivazione: si coltiva in pieno sole o in situazioni di mezzombra, preferisce terreni ricchi e ben drenati, e si adatta molto bene anche a suoli sabbiosi e salati. Si può seminare a marzo/aprile direttamente a dimora: la raccolta inizia dopo circa 70 giorni e si prolunga per molti mesi, infatti,sebbene la massima produzione la si abbia durante la primavera/estate, si continua a raccogliere anche in inverno inoltrato nei climi più miti del centro e sud Italia, dove frequentemente riesce a superare la stagione invernale.
Edibilità 3/5: si consumano le foglie cotte o crude come sostituto degli spinaci. Sono molto versatili in cucina: saltate, bollite, nei ripieni o in insalata. Risultano ricche di sali minerali e vitamine.
Curiosità: la T. venne scoperta da James Cook, nel 1770, che la inserì nella dieta dei suoi marinai, proprio per le vitamine ed i sali minerali in essa contenuti, e perché, pare, prevenisse lo scorbuto. Caduta nell’oblio nel giro di poco più di un ventennio, è interessante sapere che risulta essere l’unica verdura, secondo la teoria di Vavilov, che ha come centro di origine la zona australe: nessun altro ortaggio che consumiamo è nato in Nuova Zelanda. È noto come “spinacio estivo” sebbene non abbia nulla a che fare con lo spinacio vero e proprio: appartiene infatti alla famiglia delle Aizoaceae ed è originario dell’emisfero australe. Lo ricorda però nel sapore e, vagamente nell’aspetto, con le sue foglie lisce e carnose. La semina avviene in marzo-aprile preferibilmente in piena terra e la raccolta inizia dopo circa 70 giorni, partendo dalle foglie basali e ascellari lungo lo stelo. Il sapore è leggermente acidulo, l’oidio presente ricorda il sale marino, e le foglie più giovani sono molto buone consumate crude in insalata, poiché rimangono carnose e croccanti, ed anche cotte mantengono un’ottima consistenza e risultano ideali per torte salate e ripieni.