Cari amici e coltivatori
In questi mesi ho scritto poco sul blog, molte sono le cose che ci impegnano fra campi e incontri.
Le giornate scorrono lente nella calura estiva e i rinvasi e gli orti ci danno molti spunti e punti di osservazione per cogliere con intuito e buone pratiche gli insegnamenti della Natura e nei suoi risvolti stagionali.
Non mi sto qui a dilungare sulle cose apprese fin’ora, o che restano da compiere, ma si continua a seminare e nutrire il suolo , l’humus dentro e fuori di noi, pronti per ricevere il Sole e il suo raggio creatore. Proprio l’altro giorno ho avuto occasione di ammirare la Venere Florentia, custodita nella Villa Medicea La Petraia a Firenze, opera tardo cinquecentesca realizzata dal Gianbologna, l’ho ammirata nelle sue finezze e note di particolari.
Originariamente collocata fra le fontane rappresentative di Villa Il Castello, non lontano da La Petraia, doveva lasciare il segno in chi la coglieva Statua con i suoi flutti, rappresentata nel gesto di strizzarsi i capelli con il getto d’acqua che da questi usciva. I fiori, le acque e le piante sono ora come allora un segno sparso di questa bellezza, sta a noi cercare di radunarlo “Alla guisa di un giardino” e poterlo vedere emergere nel suo immortale splendore.
La Venere del Giambologna non vedrà più acque sgorgare dai suoi capelli, ma il messaggio, l’idea, la ricerca che ogni coltivatore creativo con pazienza cura, sopravvive a ogni degrado e distruzione. C’è molto da fare in questo senso, gli strumenti spesso sono quelli più semplici, gli spazi a volte ristretti ci invitano a salire verso l’alto, ma tutto ritorna a indicare quella via. Venere esiste ancora, più luminosa che mai.
Vi lascio con qualche immagine e due time laps realizzati durante le recenti albe di luglio
Il primo è del loto bianco, Nelumbo nucifera, apertura del fiore in quattro balletti.
Il secondo è il risveglio della Senna tora, una pianta incredibile, di cui scriverò più avanti.
A presto.