“ Loto asiatico, Giglio sacro, Fagiolo dell’India”
Origine: Asia e Australia
Habitat: stagni e paludi
Caratteristiche: pianta acquatica a crescita rapidissima in stagni e piccoli laghi; ha foglie grandi che emergono fino a un metro dall’acqua e fiori altrettanto grandi e molto ornamentali.Commestibile in molte sue parti, dal fiore alla radice è presente una moltitudine di colori e varietà. Qui presentiamo quella più rustica e adattabile anche in climi freddi
Coltivazione: ama fondali ricchi, fino a 2,5 m di profondità, ma si consiglia coltivazioni in acque poco profonde nei climi più freddi (ma non meno di 30 cm). La temperatura ottimale dell’acqua durante la fase di crescita è di 23°-27°. Per facilitare la germinazione del seme, è opportuno scarificarlo, e metterlo in ammollo in acqua tiepida fino allo sviluppo del germoglio, che avviene, a circa 25°, entro 3 settimane (cambiare l’acqua quando è torbida). Travasare poi la piantina in un substrato fangoso e aggiungere acqua man mano che cresce. Quando la pianta sarà ben formata porla a dimora, tenendo conto che le radici non amano spostamenti e trapianti. Esposizione: pieno sole.
Valore terapeutico 3/5: il loto è usato in Oriente come erba medicinale da oltre 1500 anni. La pianta viene utilizzata in tutte le sue parti, come astringente, stomachico, tonico, febbrifugo, ipotensivo, vasodilatatore. Il succo delle foglie viene usato in caso di diarrea, mentre il decotto dei fiori si raccomanda nel trattamento di crampi addominali; il gambo del fiore è considerato emostatico e si usa nella cura di ulcere gastriche, mestruazioni eccessive, emorragie post-parto; gli stami sono utilizzati in caso di eiaculazione precoce, frequenza urinaria, emolisi, epitasi e sanguinamento uterino. Il decotto del frutto si assume in caso di agitazione, febbre, problemi cardiaci; il seme, che contiene alcaloidi e flavonoidi, è ipotensivo, sedativo e vasodilatatore ed è consigliato per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue. È usato anche per trattare casi di cattiva digestione, enterite, diarrea cronica, spermatorrea, insonnia, palpitazioni ecc. Anche le radici raccolte e seccate si usano in caso di sanguinamenti nasali, emorragie, emottisi, mestruazioni eccessive.
Edibilità 4/5: la radice, cotta da sola o con altre verdure, è molto apprezzata nella cucina cinese per il suo sapore delicato e consistenza croccante; le foglie più giovani si mangiano cotte o crude; gli steli, sbucciati e cotti, hanno un sapore simile a quello delle barbabietole, ma si possono usare anche per aromatizzare il tè; i semi, possono esser mangiati secchi, cucinati come pop-corn o ridotti in polvere e aggiunti ad impasti. I petali dei fiori si possono aggiungere alle zuppe o utilizzare come guarnizioni.
Curiosità: il Loto è considerato un fiore sacro sia per l’Induismo che per il Buddismo, ed è il fiore nazionale dell’ India e del Vietnam. Il Nelumbo nucifera, nella tradizione orientale, è simbolo di purezza ed ha un forte significato spirituale; esso infatti affonda le radici nel fango, distende le foglie sulla superficie di acque stagnanti ed esce immacolato e grandioso: è la rappresentazione di colui che vive nel mondo senza esserne contaminato. Per i buddisti il Loto simboleggia, infatti, il più alto livello di coscienza, l’illuminazione, la rinascita, il Buddha. Nell’Induismo, il loto rappresenta il centro dell’universo; la leggenda narra che Lakshmi, dea della fortuna, della bellezza e prosperità nacque proprio da questa pianta sbocciata sulla fronte del dio Vishnu. Ma il loto è presente anche nella storia della creazione in Egitto: Ra, il dio del sole, apparve per la prima volta innalzandosi dai petali di un fiore di loto. Ed è proprio in Egitto che pare siano stati rinvenuti, in epoca moderna, alcuni semi di loto di età faraonica che ancora conservavano la loro germinabilità.