I Cavoli cantastorie

Famiglia: cruciferae, brassicaceae                 Origine: bacino del mediterraneo

smallyLa STORIA e gli ANEDDOTI

Il nome cavolo deriva dal latino caulis (fusto, caule), i detti popolari che riguardano i cavoli sono numerosi e leggendari, alcuni denunciano una mancanza “non capire un cavolo; non fare un cavolo; non valere un cavolo”, egoismo “farsi i cavoli propri” e offesa “sei una testa di cavolo“, altri evidenziano inadeguatezza “c’entra come i cavoli a merenda” o apparenza “portare il cavolo in mano e il cappone sotto”, tutti richiamano l’umiltà e la popolarità di quest’ortaggio. Famoso è l’antico gioco di logica il cui obiettivo è trasportare da una riva all’altra di un fiume un lupo, una capra e dei cavoli su una barchetta da cui nasce il proverbio: “salvare capra e cavoli (e lupo)”.  Se poi pensiamo che sia ora di “andare a piantar cavoli” torniamo indietro di vari secoli e precisamente all’anno 305 d.C., quando il sessantaduenne imperatore romano Diocleziano abbandonò Roma e il potere per ritirarsi nella cittadina dalmata di Salona, l’attuale Spalato, dove si fece costruire un imponente palazzo e trascorse i suoi giorni curandosi dei lavori della campagna. Sollecitato da Massimiliano a tornare a Roma e alla vita politica, con la promessa di far rifiorire grandezze e poteri passati, rifiutò categorico, e da uomo saggio rispose così: “Se tu vedessi quali cavoli mi crescono negli orti di Spalato, nemmeno mi chiederesti di tornare ad occuparmi dell’impero“, quest’episodio rimase nella storia. Quest’ortaggio oltre ad essere sacro già ai Greci, era ritenuto dai Romani ricco di proprietà curative, specialmente se usato come rimedio per riprendersi da una serata un po’ troppo alcolica con gli amici. Simbolo di buon augurio e fertilità veniva regalato a due novelli sposi e posto sul tetto della loro casa; e dopo nove mesi sempre sotto un cavolo si poteva scorgerne il nascituro, anche per i bambini neonati, infatti, la convenzione popolare che nascano sotto i cavoli rimanda al buon augurio e prende spunto dal lungo ciclo di coltivazione di alcune varietà,  l’ortaggio seminato a Marzo era raccolto proprio dopo nove mesi, la stessa durata di una gestazione. Ispiratore di poesie (la vite e il cavolo di Pascoli) e quadri (Natura morta con cavolo e zoccoli di Vincent Van Gogh), il cavolo può essere anche romantico “mon petit chou” (cavoletto mio in francese), oppure un luogo: l’isola dei cavoli, a sud della Sardegna, ma il cavolo oltre che leggendario e cantastorie è soprattutto biodiversità alimentare. Si sostiene la presenza del cavolo già dal VI secolo a.C. Plinio in particolare cita il cavolo broccolo come elemento importante sui deschi dei romani più ricchi, Catone il Vecchio (234-149 a. C.) affermava che grazie al loro uso i romani si erano mantenuti in salute per molti secoli e sosteneva il suo utilizzo come curativo dell’impotenza, nelle legioni di Giulio Cesare era pressoché l’unico vegetale presente nella dieta; notizie certe danno il cavolo coltivato in Spagna dagli arabi, che lo introdussero dalla Siria attorno al XII secolo. Anche i cinesi impegnati nella costruzione della Grande Muraglia e gli eserciti della Mongolia, ne furono grandi consumatori, e furono proprio questi ultimi durante l’invasione dell’Ungheria, a far conoscere i cavoli sotto sale destinati a diventare i crauti dell’Europa continentale.  Data la sua grande diffusione da sud a nord e la sua alta reperibilità già anticamente dobbiamo al cavolo molte scoperte geografiche, con questa verdura a bordo i marinai potevano fare scorta di vitamine durante i lunghi viaggi e le peripezie; dalle virtù del cavolo il capitano Cook fa dipendere la salute del suo equipaggio: per tre anni di navigazione in tutte le latitudini non perse, infatti, nessuno dei suoi 118 uomini, in quanto faceva mangiare loro cavoli cotti o crudi.
Nel 1500 la pianta di cavolo veniva utilizzato come lassativo, mentre durante il 1600 il brodo di cavolo era raccomandato in tutte le affezioni polmonari.
La letteratura medica del secolo scorso testimonia che il cavolo veniva utilizzato per guarire raffreddori, catarri, laringiti, ma anche per curare la pleurite ed i reumatismi.
Nei mercati inglesi e francesi il cavolo veniva commercializzato già nel 1600 e dall’Inghilterra fu portato in India all’inizio del 1800.
In Italia invece il cavolo fu fatto arrivare molto presumibilmente dai veneziani, che lo acquistavano nell’isola di Cipro, e proprio attorno a Venezia, riseminando i semi delle piante più belle, cominciò per tutta Europa il miglioramento genetico di questa pianta, che solo successivamente venne esportata e coltivata nel Centro e Nord del continente. Ad Arezzo, in un quadro, viene raffigurato un grosso cavolfiore offerto per stima e sudditanza al signore Cosimo III, nel 1706.   Data la sua antichità ne esistono moltissime varietà e varianti molto diverse fra loro, ma tutte sono ricche di sali minerali come il calcio e il ferro, di sostanze benefiche che rafforzano il sistema immunitario e di fibre che prevengono i problemi digestivi.

 

Le VARIETA’ e la COLTIVAZIONE

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cavoli sono considerati gli ortaggi più nutrienti del mondo. Ogni varietà ha le proprie caratteristiche nutrizionali. Le varietà coltivate a scopo alimentare si dividono in gruppi varietali a cui appartengono le specie più conosciute: Brassica oleracea sabauda (cavolo verza), Brassica oleracea botrytis (cavolfiore), Brassica oleracea italica (broccolo), Brassica oleracea capitata (cavolo cappuccio), Brassica oleracea gemmifera (cavolo di Bruxelles), Brassica oleracea gongyloides (cavolo rapa), Brassica oleracea chinensis (cavolo cinese), Brassica oleracea acephala palmifolia (cavolo nero), Brassica oleracea acephala sabellica (cavolo riccio). Tutte le varietà di cavolo ad eccezione dl broccolo e del cavolfiore, sono varietà biennali, di cui il primo anno destinato al consumo da ortaggio e il secondo alla riproduzione dei semi. La coltivazione è semplice, il cavolo ama terreni ricchi e ben drenati, una buona esposizione alla luce, avendo cura di lasciare abbastanza spazio tra le piante, evitare terreni acidi o troppo azotati, trapiantare piante con almeno 4-6 foglie e a seconda delle varietà (i cavoli si possono seminare durante tutto l’anno i periodi variano da varietà a varietà) procedere con trapianti primaverili (marzo-aprile), estivi (Luglio-Agosto), o autunnali (Settembre-Ottobre); durante la stagione secca necessitano di irrigazioni evitando ristagni. Preparati a base di Equiseto, rame, bentonite, piretro ed olii essenziali e relativi trattamenti possono essere necessari in caso di attacchi da parte di funghi e parassiti. Per la cavolaia si può eseguire un macerato con germogli e foglie di pomodoro (150 gr pestati e messi in 10 l. di acqua per tre ore) oppure  piantare vicino piante aromatiche.

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  • Quest’anno proveremo le varietà di cui foto e precisamente: Brassica oleracea var. arborescent (cavolo bastone o cavolo australiano), Brassica oleracea var. sabellica (2 varietà riccia viola, riccia verde), Brassica oleracea var. ramosa e Brassica oleracea var acephala sabellica ( un progenitore dei moderni cavoli)

 

 le PROPRIETÀ *

I cavoli contengono molte vitamine, sali minerali e fibre solubili. II contenuto può variare a seconda della specie, ma si può fare una media riportando un contenuto di vitamina C di 50 mg/hg [circa il doppio delle comuni arance], vitamine del gruppo B, elevata presenza di vitamina A [carotenoidi], acido folico. l sali minerali sono rappresentati in primo luogo dal potassio [circa 300 mg/Kg], poi da calcio, fosforo, magnesio, sodio ferro, zolfo e anche selenio. Contengono anche però alcune sostanze “gozzigene” antitiroidee che interferiscono negativamente con l’utilizzo organico dello iodio nell’organismo. Nei casi di ipotiroidisrno utilizzare quindi i cavoli previa cottura [in modo da inattivare questa attività di cattura dello Indio] e/o usare sale iodato per aumentarne l’apporto. liriportanti studi scientifici hanno confermato che una dieta ricca di cavoli riduce sensibilmente il rischio di tumori al colon, alla vescica e alla laringe, al punto che dal 2002 in Australia alcuni principi attivi ricavati dai broccoli sono stati impiegati in farmaci antitumorali. Contenendo molta vitamina C, l’uso continuativo dei cavoli attiva il sistema immunitario; a questo si aggiunge l’azione antiossidante dell’elevata quantità di carotenoidi, dei flavonoidi, e spesso degli antociani [es. nel cappuccio rosso], pigmenti che agiscono rallentando quindi l’invecchiamento cellulare.  Il loro succo è utile per sciogliere il muco bronchiale e polmonare e per calmare soggetti nervosi.  I cavoli possiedono anche Spiccate proprietà protettive e lenitive per l’azione osmotica delle loro foglie e possono quindi venire usate per la disinfiammazione delle contusioni muscolari con applicazioni esterne, utili anche nel caso di abrasioni.  Possiamo riassumere le qualità terapeutiche del cavolo dicendo che trova rispondenza come: antianemico, depurativo, rinfrescante, diuretico, tossifugo, antitumorale, stimolatore delle funzioni sessuali, stimolatore del sistema immunitario, antiossidante, protettivo delle mucose, cicatrizzante, lenitivo, calmante.  Accanto alle sue qualità terapeutiche in caso di specifiche patologie, il cavolo contiene elementi nutrizionali utili per il mantenimento in buona salute dell‘organismo, e per questo se ne consiglia ogni qualvolta sia possibile, il consumo crudo in insalata. Ma anche un passaggio in pentola non annulla tutte le sue qualità benefiche. Basti pensare che un etto di cavoli regala, a seconda della specie, dai 2,5 ai 5 grammi di fibra e una significativa quantità di proteine vegetali, fino al 5-7 per cento [a differenza degli altri ortaggi che quasi non ne contengono].  Attenzione comunque alla cottura, che elimina molte delle vitamine, distrugge quasi tutta la vitamina C, scioglie nell’acqua i sali minerali e nella stessa e nell’aria le sostanze solforate responsabili di molte virtù ma anche dell’attività antitiroidea.

 

UTILIZZO DEL SUCCO

-1-2 bicchieri al giorno per affaticamento, anemia, demineralizzazione, diabete, influenza, depressione e nervosismo;

-3 bicchieri al giorno per gastrite, ulcera;

-con aggiunta di poco miele per afonia;

-poche gocce come lenitive per gli occhi;

-con l’aggiunta di succo di carota e limone per riequilibrare pelle e cuoio cappelluto, liberare dai parassiti intestinali (: per l’asma  bronchiale [berne 2-3 bicchieri al giorno].

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*Tratto da : “ I Cavoli, i buoni prodotti del Veneto; AIAB Veneto ONLUS”

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