Musica per le piante

Il suono è la causa di tutte le manifestazioni.
Il conoscitore del mistero del suono
conosce il mistero dell’intero universo.” ~ Hazrat Inayat Khan

Questo argomento, di per sé affascinante, risulta complesso, ricco di spunti e riflessioni pratiche. Le origini della parola “musica” derivano etimologicamente da “musa”, ovvero tutto ciò che è bello e perfetto. La musica può ben rappresentare dunque il filo che unisce i mondi, il substrato di tutte le cose, dall’essere umano, alla natura, alle stelle: ogni cosa nell’universo ha una sua particolare caratteristica o frequenza, riconducibile a una sorta di melodia. Ci sono una moltitudine di diverse tecniche e strumenti, per diversi utilizzi, del suono e della musica rivolta agli esseri viventi. Qui ci occupiamo in maniera esemplificativa e non esaustiva della storia, delle scoperte, ricerche e metodologie del suono e della musica applicata al mondo delle piante e dell’agricoltura in generale.
Oltre agli effetti meccanici ed elettromagnetici che la musica può avere, la ricerca ci mostra anche gli effetti trasmessi dalla musica nel suo aspetto emozionale che provoca in noi. Una certa musica, che risulta gradita al pubblico, gioverà anche ai vegetali presenti, che entreranno in risonanza con l’emozioni provate. Questo aspetto non è affatto trascurabile, benché nella ricerca scientifica agronomica la soggettività non risulti quasi mai un parametro accettabile. Non a caso nei secoli passati e nelle tradizioni più antiche, i rituali agricoli erano quasi sempre caratterizzati da canti e musica, volti a propiziarsi le stagioni, aiutare a far germogliare, crescere e raccogliere le piante. In Oriente la pratica di riprodurre musica ai vegetali risulta ben accolta e come vedremo più avanti con risultati sorprendenti.

Gli effetti della musica sulle piante si differenziano in base alle diverse sfere d’influenza e sugli aspetti tecnici. In linea generale possiamo determinare:
a) gli effetti meccanici del suono: risonanza, pressione, vibrazioni;
b) gli effetti elettromagnetici del suono, condotti anche da risonanze, fenomeni elettromagnetici e vibrazioni energetiche;
c) effetti dell’aspettoemozionale della musica sulle piante: le piante sono sensibili alle emozioni e ai pensieri (vedi cap. Musica delle piante)
I principali metodi e tecniche operabili con diversi tipi di musica e suoni sono:
1. Musica in generale.
2. Musica delle proteine, melodie speciali per regolare la biosintesi.
3. Tecniche Sonic Bloom sviluppata da Dan Carlson.
4. Ultrasuoni per lo sviluppo delle piante.
5. Frequenze sonore specifiche e musica sintonizzata (es. 432 hz).

Riepilogo

  • Gli autori raccomandati per la musica classica sono: Hayden, Beethoven, Brahms, Schubert, Mozart, Vivaldi, Mahler, Bach. Per altri autori prendere spunto dagli esempi riportati sopra.
  • La tecnica “Sonic Bloom” necessita di suoni compresi tra 3 Hz e 5000 Hz che assomigliano al canto degli uccelli all’alba. Trovate un esempio al link di download http://www.pianteinnovative.it/wp-content/uploads/2018/03/sonic%20bloom%20mix.mp3
  • Ottima risulta la pratica di irrorare le piante con soluzioni naturali (EM, alghe, preparati biodinamici) durante o subito dopo la stimolazione sonora.
  • Non riprodurre suoni o musica a mezzogiorno in estate, in quanto possono stimolare l’apertura degli stomi e aumentare la perdita di acqua per evaporazione.
  • Utilizzare ultrasuoni con moderazione, tra le 5:00 e le 9:00 a.m.: essi stimolano gli enzimi e la respirazione delle piante e semi.
  • La pressione sonora diminuisce aumentando l’area di interazione.
  • Non utilizzare frequenze confuse e tempi di esposizione eccessivi.
  • Casse di buona qualità danno risultati migliori. Gli ultrasuoni possono essere riprodotti con apparecchi a basso costo disponibili sul mercato come repellenti per animali e insetti indesiderati.

Conclusioni

Secondo i ricercatori le basse frequenze della musica classica potrebbero  stimolare la produzione di sostanze, migliorare il sistema immunitario delle piante, tenere lontani gli insetti e i parassiti. Quest’idea, se rigorosamente applicata, tarata e sperimentata, può offrire in maniera più o meno evidente un valido contributo per la crescita e lo sviluppo delle piante. La speranza è quella di poter ridurre la quantità di pesticidi e fertilizzanti attualmente utilizzata in agricoltura e riportare il sistema naturale al suo equilibrio. Che l’ambiente traesse beneficio dalla musica, lo sapevano anche i popoli antichi e, ancora oggi, diverse tribù di Indiani d’America perpetuano danze e canti in forme rituali appositamente dedicate. Anche in Ecuador, ogni mattina, le donne si riuniscono negli orti a cantare a beneficio delle colture: benché sempre più rare, queste testimoniano l’antica radice della musica collegata al mondo della natura e dei fenomeni. Gli scienziati di tutto il mondo hanno studiato e studiano l’argomento con sempre maggiori conferme, e sempre più contadini, ortolani, frutticoltori e orticoltori attualmente usano la musica per la cura dei loro raccolti in Francia, ma anche in Svizzera, Italia, Paesi Bassi e Belgio. La musica può essere vista come un sovescio per la terra e le sue creature, un ponte del linguaggio comune del creato,  un apporto che bonifica direttamente la terra, le colture e l’armonia di tutto l’ambiente. La musica è libera, chiunque può creare la sua musica per sé e per le sue piante. Si può andare cantando nell’orto, fischiettare come gli uccelli e i contadini nelle campagne, o riprodurre la musica e i suoni su impianti moderni e appositamente dedicati: in qualunque modo, la musica porterà poesia al vostro giardino.

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