Agricoltura sinergica

orto-sinergico- Differenziata nettamente dalla Permacultura, che vuole organizzare un luogo comprendendo tutte le attività in esso svolte, l’agricoltura sinergica permette di limitare il campo di applicazioni alla crescita di piante e produzione di verdure, considerando gli schemi d’iterazione propri di un ecosistema, la sinergia tra le piante, la biodiversità e la storia dell’area del terreno dove ci si presta a coltivare. Tutto questo trasforma l’esecuzione in ricerca e osservazione, allontanando la necessità di conoscenze settoriali (utili per l’agricoltura industriale) oggi molto limitanti per settore agronomico e l’ambiente nel suo insieme. L’agricoltura sinergica si basa sul principio della fertilità del suolo: evitare di compattare il terreno e rivoltarlo ogni volta con macchine pesanti, mantenere la superficie il più possibile coperta attraverso apposite piantumazioni e pacciamatura con paglia, rialzare il terreno realizzando delle aiuole a misura che permettano di coltivare senza più calpestare il terreno. Incominciata nei suoi principi base da Emilia Hazelip su spunto semplificato del lavoro svolto dall’agricoltore Masonobu Fukuoka, l’agricoltura sinergica richiede una visione globale nutrita di pratica, pazienza e costanza tali da permettere all’orto di avviarsi in maniera progressiva, produttiva e differenziata. Per questo è bene unire la forza del selvatico con la produttività del domestico, realizzare un ponte per conciliare questi due estremi e integrare così le qualità di entrambi. In quest’ottica la scelta delle piante, la loro posizione all’interno dell’orto, le sinergie colturali che ne derivano ricalcano il principio che in natura non esiste lo scarto o l’inutile, ma ogni cosa completa l’altra. La parte più interessante consiste nell’utilizzare tutto il materiale organico prodotto per mantenere l’autofertilità del suolo ed evitare i disagi ambientali portati dall’agricoltura convenzionale, quali la soletta del sottosuolo che si forma durante le lavorazioni pesanti, le coltivazioni intensive, i parassiti, le concimazioni chimiche. L’azione dell’agricoltura sinergica mira a formare delle isole o aiuole rialzate da utilizzare come bancali di coltura per formare comunità di piante con funzioni complementari; le dimensioni delle aiuole sono atte a permettere un lavoro agevole e per evitare il calpestio si predispongono dei passaggi tra un’aiola e l’altra. Ecco che l’orto diventa un sistema progettato e produttivo, un’architettura giocata creativamente tra le necessità umane e il luogo che la ospita.

 

Indicazioni pratiche

sinergico

Le coltivazioni sono delimitate da grandi aiole rialzate, contornate dai camminamenti per uomini e mezzi. Di base le larghezze consigliate sono di 1,20 m di piano rialzato per 30-40 cm di altezza, mantenendo lunghezze a piacere intervallate ogni 3-4 m da passaggi. La dimensioni dei passaggi (interfila) varia da 50 cm alle dimensioni del trattore o dei mezzi impiegati per coadiuvare il coltivatore. Per la forma delle aiuole ci si basa sul luogo che ospita le colture, le necessità e la propria fantasia. I rialzamenti possono essere rettilinei, curvi, a spirale o a mandala; è importante rispettare però le dimensioni in larghezza del piano rialzato per evitare erosioni o sbalzi climatici troppo netti; è bene dotare le aiuole di sistemi d’irrigazione goccia a goccia interrati o in superficie per dosare al meglio le innaffiature, e di tutori ad arco per legarvi le piante. L’aiuola sinergica si prepara con il terreno del posto e nel caso questo sia povero di sostanza organica, si può aggiungere compost o letame poco maturo incorporandoli in modo superficiale. In terreni molto umidi alzare le aiuole fino a 50 cm, ottimo anche il sovescio di fiordalisi che oltre a liberare azoto (come le leguminose), sono in grado di assorbire molta acqua recuperando terreni fangosi. Nel caso di superfici a forte pendenza le aiuole sono sostituite da terrazzamenti; per i passaggi disporre dei camminamenti con pietre. È buona pratica piantumare siepi per rompere il vento e evitare gli smottamenti ed evitare di calpestare le aiuole. Per i terreni sterili o impoveriti da eccessivo sfruttamento ricostituire l’Humus almeno per un anno prima di procedere con la messa in opera delle aiuole attraverso sovesci e concimazioni verdi, ma anche letame, compost, materiale organico, EM (per riattivare l’attività microbica del suolo). È importante la bonifica da infestanti, mediante sovesci e sfalciamenti ripetuti, considerate le problematiche nel loro insieme per partire da una buona base colturale. Tutto il tempo speso per le bonifiche o il recupero dell’equilibrio ambientale è tempo guadagnato nelle fasi successive di posa dell’orto sinergico.

Un piccolo esempio di sinergia tra alcune piante Innovative, Stevia e Perilla circondate da semi di dicondra, erba cipollina e sopratutto tanta PAGLIA!!!
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Una risposta a “Agricoltura sinergica”

  1. Da tali basi scientifiche e multidisciplinari Emila Hazelip ha sintetizzato i principi cardine e le tecniche dell’Agricoltura Sinergica.

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