“Martynia”
Famiglia: Martyniaceae
Origine: S. America

Caratteristiche: probabilmente era presente nelle vaste praterie dell’Argentina, e diffusasi in diversi Stati del S. America per il suo metodo di propagazione, pianta annuale che si sviluppa fino a 60 cm.
Coltivazione: pianta facile da coltivare, si sviluppa su qualsiasi tipo di suolo, ama i terreni ben drenati e cresce molto bene anche in condizioni di mezz’ombra, tollera discrete siccità. Si semina a partire da metà primavera e si trapianta in piena terra o in contenitori medio grossi a fine primavera; dopo circa settimane compaiono i primi fiori di colore giallo intenso. Alcune specie di questa famiglia si riseminano da sole.
Edibilità 2/5: si utilizzano esclusivamente i frutti giovani, quando sono morbidi e teneri al tatto. Già più maturi presentano un interno duro e legnoso. I frutti erano un ortaggio in Brasile e in Francia nel XIX secolo, i giovani frutti erano considerati un ortaggio, alcune preparazioni li vedevano messi in salamoia ed esistevano ricette per caramellarli e trasformarli in dolciumi.
Valore terapeutico 2/5: i semi hanno proprietà emollienti e talvolta sono utilizzati come impiastro.
Curiosità: al pari delle altre martyniacee (vedi proboscidea) l’I. lutea ha fioriture estremamente profumate ed è molto ornamentale, ma tutta la pianta è ricoperta da un essudato appiccicoso e puzzolente, con un odore quasi di candeggina, una trappola per gli insetti che finiscono sulle sue foglie, dove rimangono appiccicati fino alla morte. All’apparenza sembra un atteggiamento da pianta carnivora, ma non sono presenti degli enzimi digestivi, gli insetti potrebbero comunque decomporsi e fungere da fertilizzante fogliare. La pianta è stata coltivata come ortaggio per i suoi giovani frutti. I semi sono contenuti in frutti che a maturazione perdono i loro involucri verdi e aprono degli artigli appuntiti e ricurvi, tali strutture legnose, come tutto il corpo del frutto, sono molto robuste e costituiscono degli arpioni utili per attaccarsi al pelo e alle zampe degli animali che disperdono così i semi e diffondono la pianta.