Ortibioattivi
Letteralmente biologico significa “scegliere la vita”, in tale ottica il cibo prodotto da un’agricoltura biologica dovrebbe custodire la terra, la sua fertilità, i suoi elementi e i molteplici organismi che in essa abitano, ma per logiche di mercato e di consumismo non sempre ciò avviene. La ricerca della sostenibilità perduta, infatti, guarda oggi ben oltre il biologico, riferendosi a un’agricoltura naturale dedicata spesso all’autoconsumo e alla rigenerazione dell’ambiente, un’agricoltura fatta di biodiversità e di buon senso. In questo contesto, è di grande rilevanza un’idea nata a Firenze: l’agricoltura Bioattiva che si propone come un nuovo metodo agronomico, in grado di fornire alimenti vitali e nutrienti, coltivati su terreni fertili e sani. Fondato su basi scientifiche, questo concetto ha trovato lo spunto nell’applicazione sistematica delle leggi che regolano i sistemi naturali, utilizzando la microbiologia e l’insieme di tecniche agricole antiche e moderne nel completo rispetto del ciclo vitale dal quale dipendono tutti gli esseri viventi del pianeta. La paternità del progetto ‘Agricoltura Bioattiva è dell’agronomo e consigliere della Società Toscana di Orticultura Andrea Battiata, il quale l’ha elaborato partendo dai risultati dell’Istituto Nutraceutica Nutrafood dell’Università di Pisa. Questa pratica vuole ristabilire il ruolo cardine che l’agricoltura ha avuto nell’evoluzione umana attraverso la rigenerazione continua della vitalità del suolo e della biodiversità alimentare, spazzata via in poche decine di anni da un’agricoltura intensiva divenuta oggi convenzionale ma nemica di questa fertilità naturale. E’ lo stesso Andrea Battiata a chiarirci meglio questo concetto: “Oggi i concimi chimici non rigenerano più la terra, ma nutrono direttamente la pianta, trasformando il suolo in un supporto neutro sempre più salinizzato e privo di vita. È importante sottolineare come, per questa via, si realizzi una procedura che costituisce una costante dell’agricoltura industriale: la sostituzione di processi spontanei con dispositivi tecnici, la surrogazione di un’economia della natura”. Nel trovare un nuovo equilibrio, il metodo di coltivazione degli Ortibioattivi superando gli standard di produzione dell’agricoltura biologica, può essere applicato ovunque si voglia realizzare un ambiente sano e produttivo; funziona anche in campo aperto su grandi superfici, ma per spazi ridotti o a contesto urbano, o per seguire canoni estetici vengono preferite strutture di orti rialzati in vasche o aiuole. “Il Biologico organizzato in catene alimentari non rispecchiava affatto il mio percorso di cittadinanza attiva né le mie esperienze personali e professionali sui temi del cibo vero, del cambiamento climatico e dello sviluppo sostenibile. Poco alla volta ho cominciato ad interessarmi degli innumerevoli modi in cui i cittadini possono essere parte attiva di soluzioni di lunga durata al problema della produzione del “loro” cibo. Volevo credere che ci fossero alternative valide all’idea della partecipazione-consumo, così ho cominciato a raccogliere esperienze, studi e storie personali che raccontassero le potenzialità dell’autoproduzione e della produzione del cibo e a quel punto, perché no, del cibo vero, bioattivo in cui le caratteristiche naturali delle piante potessero avere il massimo di “terreno fertile”.
Realizzazione “Ci rifacciamo a quello che succede in un bosco dove tutto funziona perfettamente da milioni di anni senza l’intervento dell’uomo. Per avviare il sistema, l’ultimo strato superficiale è arricchito con humus di lombrico, un concime organo-minerale biologico e polvere di roccia addizionata di EM. All’impianto addizioniamo anche funghi micorrizici e preparato biodinamico 500; partendo da una grande fertilità coltiviamo molto più fitto del normale; durante la coltivazione usiamo il “Compost Tea” (attivatone di carica batterica) che agisce sia sulle foglie preservandole dalle malattie, sia nel terreno nel quale interagiscono con la sostanza organica. Ultimo punto non lasciamo mai il terreno scoperto e appena raccogliamo piantiamo subito altri ortaggi così da mescolare i tipi di ortaggi tra loro e attivare sinergie”. Quelli che potremmo chiamare gli ingredienti di base e i metodi per realizzare e mantenere un Ortobioattivo sono: – Terra arricchita e miscelata con sabbie vulcaniche (lapillo) e polvere di roccia, e negli strati più superficiali humus di lombrico e compost vegetale, (questo rende la terra più leggera e capace di trattenere elementi nutritivi e acqua). – Per la pacciamatura del suolo non viene utilizzata paglia ma foglie compostate o cippato. – La terra viene coltivata in modo molto più fitto rispetto all’orto convenzionale – Risorse del microcosmo: utilizzo del “Compost Tea” (attivatore di carica batterica); inoculo di funghi micorrizici che stabiliscono con le radici delle piante una simbiosi mutualistica aumentando anche il volume delle radici stesse che esplorano il terreno; l’utilizzo degli EM e loro derivati (i microrganismi effettivi agiscono sia per via fogliare, sia nel terreno, dove interagiscono positivamente con l’attività microbica e la sostanza organica presente). – Utilizzo del preparato biodinamico 500 spruzzato sul suolo per aumentarne la fertilità e aiutare le piante a sviluppare un maggiore numero di radici e renderle più vigorose, rigogliose e resistenti alla siccità. – Come per l’orto sinergico il terreno non viene mai lasciato scoperto, appena effettuata la raccolta, vengono immediatamente piantati altri ortaggi in maniera da mescolare i tipi di ortaggi tra loro e attivare così nuove sinergie. “Alla base del metodo c’è la creazione di una condizione naturale, che potremmo chiamare anche selvatica, ovvero la formazione di un terreno il più vicino possibile a quello dei boschi. Niente aratura, né zappatura dunque: il suolo è naturalmente ricchissimo di organismi la cui attività, in seguito alle lavorazioni del suolo e quindi alla sua ossigenazione, viene alterata. Rigirando il terreno, non facciamo altro che interrompere l’azione combinata di essudati radicali, residui organici e attività chimica di batteri, funghi e lombrichi, generando uno squilibrio nutritivo. Non servono nemmeno le concimazioni, poiché la fertilizzazione è un processo che avviene tramite la copertura organica permanente. Poi, un po’ come nell’agricoltura sinergica, ci sono le consociazioni, con la presenza di specie differenti di piante che si aiutano a vicenda”.
Vantaggi dell’Ortobioattivo. “L’orto Bioattivo produce un numero una quantità maggiore di ortaggi per unità di superficie, ortaggi più nutrienti e conservabili, si risparmia acqua, non si usano mezzi meccanici, si utilizzano materiali reperibili sul luogo, si riproducono da soli i microrganismi buoni del terreno e il risultato sarà un orto che auto rigenera la propria fertilità. Ma il vantaggio più grande dell’agricoltura rigenerativa è quello di produrre cibo in armonia con la natura, senza inquinare o sprecare energie, che invece di immettere CO2 nell’aria la sequestra nel terreno, contribuendo a salvare il nostro pianeta e lasciando alle future generazioni una terra migliore di come l’abbiamo trovata”. Gli Ortibioattivi ci permettono dunque di: • Produrre ortaggi di alta qualità (bioattivi – nutraceutici) e biologici. • Rendere il sistema semplice anche a chi non ha mai fatto l’orto. • Sequestrare CO2 nel terreno. • Non usare alcun mezzo meccanico e quindi fonti fossili come il petrolio, dal momento che il terreno non viene mai zappato, rivoltato, compattato. • Risparmiare acqua grazie ad una copertura permanente del terreno e preservare le falde acquifere da agenti inquinanti. • Non utilizzare materie prime a “filiera lunga” di lontana provenienza e non rinnovabili come la torba:, rifacendo i terricci sulla base delle disponibilità locali. • Produrre in modo biointensivo con una produttività da 5 a 10 volte superiore ad un orto tradizionale. • Preservare la salute dell’ambiente e contrastare l’inquinamento di polveri e metalli pesanti (per questo è possibile realizzare orti bioattivi anche in città) con l’impiego di microorganismi rigenerativi. • Rendere il sistema auto rigenerante, fertile ed economicamente vantaggioso, non essendo necessario alcun concime, antiparassitario, o energia fossile. • Aumentare lo “schelf life” (tempo di conservabilità naturale degli ortaggi).
I principi fondamentali Il focus del progetto guarda alla vitalità del terreno in particolare ai microorganismi (dal momento che sono effettivamente loro capaci di rendere le nostre piante sane e nutrienti) e alla rete d’interscambio fra microcosmo (microrganismi, funghi e batteri benefici) e macrocosmo (piante alimentari e insetti utili); tecniche naturali collaudate supportate da una visione scientifica d’insieme fanno crescere ortaggi ad alto valore nutritivo e permettono una coltivazione semplice e pratica. Il cibo prodotto secondo principi naturali, aiuta a sequestrare CO2, contrasta l’inquinamento, favorisce il recupero dell’ambiente e argina nel suo piccolo i cambiamenti climatici; avere la consapevolezza di lasciare alle future generazioni terreni di coltura migliori di quelle che abbiamo trovato noi, è la sfida del nostro tempo. “Il nostro obiettivo è quello di promuovere un metodo di coltivazione efficace, sostenibile, che dà vita a prodotti buoni e nutrienti. Un metodo che è replicabile in ogni balcone e in ogni giardino, perché un orto bioattivo è facilmente realizzabile in ogni situazione. Per un modo di vivere coerente con le risorse del pianeta e con la nostra salute è a nostro avviso fondamentale dare tutto il supporto possibile alla nascita di piccole e molteplici esperienze alla scoperta di quanto sia facile e bello prodursi da soli quello che mangiamo”.
Orto Bioattivo, oltre il Biologico! Decisamente interessanti i risultati riscontrati sulle verdure prodotte, vero e proprio “cibo bioattivo” con concentrazioni più elevate di licopene (+18,5%), calcio (+15%), potassio (+11%), fosforo (+60%) e zinco (+28%). Avere la possibilità di coltivare cibo sano con il massimo di vitamine, sali minerali, antiossidanti, enzimi e sostanze fitochimiche attive è fondamentale per ristabilire e riscoprire il rapporto con la natura, riappropriandoci del rapporto tra stagioni e alimentazione. Imparare ad alimentarci con più frutta e verdura e scoprirne i sapori e i loro cicli produttivi di piantagione è raccolta ci permette oltre a un ottimo esercizio fisico, di allenare parti importanti del nostro corpo e del nostro cervello (orto terapia; mens sana in corpore sano). Un percorso, questo degli Ortibioattivi, che coniuga molti aspetti: “Abbiamo inizialmente approfondito il tema secondo alcuni denominatori comuni: il valore etico, sociale, economico ed ambientale ed in un secondo momento abbiamo messo insieme le tecniche agronomiche necessarie prelevandole da innumerevoli studi, principi agronomici sostenibili ed esperienze sul campo, il tutto con un obiettivo: dimostrare che non è affatto difficile coltivare i propri ortaggi per produrre cibo Bioattivo, Nutraceutico”. Questo nuova branca agronomica dovrebbe essere insegnata e praticata nelle scuole, nelle città e nelle periferie. È davvero possibile cambiare il sistema alimentare urbano con orti come questi. A Firenze gli Ortibioattivi sono già punti di aggregazione e riferimento e vista la fiorentinità del progetto possiamo intendere che il nuovo Rinascimento sarà nel cibo che coltiviamo.
Buongiorno, Lucio Zanolin Az Agr zafferanofriuli PN
Mi piace molto il.vosyro approccio con la terra e con le piante. Ho iniziato 7 anni fa col zafferano, ed anch’io mi sto cimentando con piante particolari. Borragine compresa , moringa, iperico. Della borragine non capisco come raccogliere i semi per cui provo con distillazione in corrente di vapore. Voi come fare per estrarre i semi maturi? Grazie