SAGGITARIA trifolia

“Patata dei paperi, arrowhead, Omodaka, erba saetta, wapato”

Famiglia: Alismataceae                    Origine:  s. Europa, Russia, Asia

Caratteristiche: naturalizzata in molte aree temperate e subtropicali, colonizza stagni, rive di laghi, paludi, risaie, canali di scolo e acque poco profonde. Pianta erbacea perenne che arriva fino a 1 m di altezza, le foglie aeree sono triangolari, e sono portate su steli che variano per lunghezza in base alla profondità dell’acqua, possiede anche foglie sommerse lunghe e sottili, produce dei rizomi stoloniferi perenni e il tubero o (o meglio frutto) contiene un seme che non si separa dal corpo che lo contiene, ma trova delle apposite aperture per fuoriuscire; è in fiore da Luglio a Settembre

Coltivazione: cresce bene con temperature tra i 12 e i 28 °C, ma durante il riposo vegetativo resiste a temperature fino a -10°C, i giovani germogli temono le gelate tardive. Pianta acquatica, richiede un terreno argilloso e umido o un laghetto o palude ben esposto al Sole, tollera anche la mezz’ombra; predilige acque poco profonde, fino a 60 cm di altezza. Il raccolto si ottiene dopo sei mesi dalla ripartenza, la sottospecie S. trifolia leucopetalum è quella maggiormente coltivata per i suoi tuberi commestibili. Si pianta in Aprile trapiantando i tuberi direttamente a dimora o in vasi medio grandi messi sott’acqua, oppure dividendo i rizomi in vasi durante la stagione di crescita. Si può anche seminare, piantare in vasi medio piccoli sotto circa 5 cm di acqua, trapiantare in contenitori più grandi aumentando gradualmente l’acqua fino a un’altezza di 30 cm.

Edibilità 4/5: si utilizzano i tuberi, cotti, ottimi arrostiti o saltati in padella, sapore simile alle patate, ma più marcato e croccante; consistenza amidacea. La pelle che riveste il tubero si rimuove dopo la cottura. Si possono anche essiccare e ridurre in polvere per integrare farine e realizzare prodotti da forno. I tuberi compaiono all’estremità delle radici sottili a una certa distanza dalla pianta madre, sono grandi circa 10 cm, e si raccolgono a metà autunno, quando la pianta perde la spinta vegetativa; contengono oltre a carboidrati, proteine e Sali minerali anche tiamina e riboflavina, niacina e acido ascorbico.

Valore terapeutico 2/5: la pianta è considerata antiscorbutica e diuretica, le foglie si usano esternamente per lenire molti disturbi e problemi della pelle, il consumo del tubero può indurre parti prematuri.

Curiosità:  il tubero rotondo è molto apprezzato in Giappone, conosciuto sotto il nome di Omodaka, che significa fungo buono, viene consumato soprattutto durante le cerimonie di fine anno come segno di buon augurio in maniera simile al Crosne (Stachys affinis). C’è un po’ di confusione sul nome corretto, esistono cultivar a tubero più grande selezionate per la coltivazione S. trifolia sinesi. Il termine duck potato viene solitamente attribuito alla S. latifolia, mentre la S. sagittifolia è conosciuta volgarmente come “Arrowhead” per via delle sue foglie ampiamente saggitate. Tutte si utilizzano per la produzione dei tuberi e il popolamento di stagni e laghetti, essendo anche molto decorativa durante la fase vegetativa. Uno dei metodi curiosi di raccolta consiste nello smuovere il fondo fangoso nel tardo autunno o a inizio primavera facendo emergere i tuberi in superficie che galleggiano e possono essere raccolti e bolliti. I tuberi di queste specie sono utilizzati da millenni come fonte di carboidrati e amido. Risulta molto facile da propagare e utile per colonizzare habitat acquatici artificiali.

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