PHYSALIS peruviana

“Alchechengio peruviano, achuva, aguaymanto, Inca berry”

Famiglia: Solanaceae

Origine: sud America

Caratteristiche: pianta arbustiva, appartenete alla famiglia delle Solanacee, raggiunge il metro di altezza, ha una ramificazione a foglie “pendenti” e produce piccoli fiori gialli, a campana, che poi lasciano il posto a bacche dal colore giallo-arancio acceso di circa 1,50/ 2 cm di diametro. Questi frutti fino a completa maturazione risultano coperti da un calice fruttifero (fiore secco) che si estende verso il basso a formare una sorta di lanterna cinese, di cui ricorda anche la consistenza cartacea: lo scopo di tale rivestimento è proteggere la bacca da attacchi di parassiti e agenti atmosferici.

Coltivazione:  predilige terreni ricchi e ben drenati e posizioni soleggiate. È resistente al freddo e nelle zone più temperate del centro-sud Italia supera senza difficoltà l’inverno. Si semina in semenzaio da marzo/aprile ma bisogna aspettare circa un mese prima di trapiantarle a dimora, scongiurati i ritorno di freddo. Non ha bisogno né di sostegni né di potature.  La maturazione dei frutti avviene tra settembre e ottobre, momento della raccolta: i frutti vanno poi stesi al sole affinché giungano a maturazione piena, e vanno aperti solo al momento dell’uso.

Edibilità 5/5: l’unica parte commestibile della pianta è il frutto. Questo può essere consumato crudo o cotto, ed è adatto per la preparazione di dolci, gelatine e marmellate. Ha un gusto agrodolce estremamente piacevole ed un sapore tropicale che lo rende molto apprezzato. Le bacche possono essere disidratate e conservate.

Valore terapeutico 1/5: il frutto di P. peruviano presenta interessanti proprietà nutrizionali: rappresenta una buona fonte di provitamina A, vitamina K, vitamina B1 e diversi            minerali fra cui  ferro,  magnesio, fosforo, rame, manganese e, soprattutto, potassio. Il frutto fresco è anche un’ottima fonte di vitamina C, a parità di peso ne contiene il doppio del limone. Purifica il sangue, grazie ai suoi ottimi antiossidanti e aiuta il buon funzionamento del sistema immunitario, tonifica il nervo ottico ed è efficace nel trattamento della cataratta. Viene utilizzato anche contro i parassiti intestinali e, grazie alle sue proprietà diuretiche, favorisce la cura delle persone con problemi alla prostata. È anche usato come tranquillante naturale grazie al suo contenuto di flavonoidi. Essendo un frutto ipocalorico, è adatto nei trattamenti dimagranti.

Curiosità: nonostante la conoscenza del P. peruviana risalga al periodo precolombiano (soprattutto nelle zone andine ove era un alimento tradizionale), è stato descritto soltanto in tempi recenti, e a lungo è stato considerato un’infestante da estirpare negli stessi paesi d’origine, a favore di altre colture. Gli spagnoli lo introdussero più di 200 anni fa in Sud Africa, inizialmente al Capo di Buona Speranza come frutto anti-scorbuto. Da lì la coltivazione si è diffusa in Kenya, Australia, Gran Bretagna, Zimbabwe, Nuova Zelanda, Hawaii e India. Dagli anni Ottanta ad oggi, il frutto dell’aguaymanto inizia ad avere importanza commerciale: attualmente ci sono piantagioni a fini di esportazione principalmente in Ecuador, Colombia, Cile e Sud Africa.

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